Polonia, EURO 2012 come vetrina dell’integrazione europea.

11 Jun 2012

 “Lavoriamo tutti per partecipare alla festa”. Damian Zalewski è l’immagine vivente della Polonia post integrazione europea. Studi universitari di alto livello a Nancy in Francia, poi impiego di prestigio al Comune di Poznan, prima del futuro sicuro salto a Bruxelles.
Il Paese slavo ha reclutato tutte le sue migliori forze per Euro 2012. La competizione continentale di calcio non è solo un evento sportivo di prima importanza ma soprattutto una vetrina per mostrare al mondo il volto nuovo della Polonia. Insomma, un’occasione unica da non fallire assolutamente.

Stadio Nazionale – EuropaRussia

I precedenti sono incoraggianti: la Spagna sfruttò in modo eccezionale il volano rappresentato dal Mundial del 1982 per lanciarsi come mèta del turismo di massa e dimostrare alla comunità internazionale che le dolorose pagine, legate al franchismo, erano ormai superate.
Gli scettici – che, come al solito, non mancano mai – puntano, invece, il dito sui costi. In Germania nel 2006 ed in Sud Africa nel 2010 le perdite finanziarie sono state considerevoli. Per fortuna, finora nessuno scomoda il caso delle Olimpiadi greche, peccato originale del default ellenico.
A dire il vero, il potere delle televisioni e degli sponsor impedisce oggi esodi biblici di massa al seguito delle squadre nazionali come in passato, favorendo, però, la mondializzazione dell’evento sportivo ed un quarto d’ora di celebrità alle località ospitanti.
Ma attenzione. L’europeo polacco – ucraino va inquadrato in un’ottica diametralmente diversa rispetto alle competizioni passate. E comunque andrà sarà un successo. La ragione reale della sorprendente scelta dell’Uefa a Cardiff nel 2007 delle due sedi dell’Europeo è difatti di carattere politico e supera enormemente le pur valide motivazioni sportive.
Dopo il Duemila la comunità internazionale ha preso tra le sue braccia la Polonia, poi di riflesso l’Ucraina. Nel bilancio Ue 2007-2013 a Varsavia sono andati 67 miliardi di euro, fondi continentali, da spendere principalmente in infrastrutture. Nel prossimo settennato ne verranno concessi, secondo anticipazioni, 81. L’obiettivo centrale è di ammodernare il sesto Paese più popoloso dell’Ue e di farne una futura colonna portante dell’Unione.
Viaggiare tra le sedi della manifestazione calcistica è il vero problema dei tifosi. Poche sono le autostrade – molte ancora in costruzione -, i treni lasciano a desiderare, i voli low cost interni – di recente inaugurati – sono un grosso punto interrogativo.
Facciamo il caso della squadra azzurra, che ha la sua base nella bellissima Cracovia, la città di Karol Wojtyla, nel sud del Paese. La prima partita contro la Spagna a Danzica sul Baltico e le altre due a Poznan, ad un passo dalla frontiera con la Germania. Cracovia – Danzica in treno sono più di 10 ore di viaggio, 12 in auto; Cracovia – Poznan in ferrovia circa 6 ore, grosso modo lo stesso in macchina.
Lasciamo perdere l’Ucraina, dove le distanze sono molto più grandi. Se dopo la prima fase a gironi qualcuno fosse costretto a spostarsi da Poznan a Donetsk (la città più ad ovest di Euro 2012 e quella più ad est – ossia il caso dell’Italia se dovesse arrivare seconda nel suo girone eliminatorio dopo la favoritissima Spagna) dovrebbe percorrere ben 1900 chilometri.
Dei biglietti, da mesi, non c’è manco l’ombra. “Al lavoro ho partecipato ad una specie di lotteria – ci racconta Ela, dipendente di un ministero –. Alcuni tagliandi erano stati messi in palio. Nulla!” Gli stadi sono troppo piccoli per rispondere alla richiesta dei polacchi. Gli sponsor della manifestazione hanno poi fatto la parte del leone. Il rischio di rimanere fuori dallo stadio, se non si ha qualche santo in Paradiso, è alto. Conclusione: questi sono Europei soprattutto televisivi e virtuali.
Ma anche tecnologici. Nei centri cittadini di tutte e quattro le sedi polacche di Euro 2012 – ossia Varsavia, Danzica, Poznan e Wroclaw (ossia Breslavia) – il servizio gratis di Wi-Fi funziona per 24 ore al giorno. Chiunque con un portatile o con un telefono cellulare di ultima generazione può collegarsi ad Internet.
Uno dei pochi aspetti, che decisamente non va, è legato ai bancomat. Tutte le banche – polacche ed internazionali – applicano automaticamente tassi di cambio assai inferiori rispetto ai normali cambiavalute o alla Banca centrale polacca. Di solito 1 euro per 3,7 zloty o 3,8 rispetto a 1 per 4,1 o 4,2. E meno male che si spinge la gente a non usare il contante!

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