La disUnione Sovietica, da Superpotenza a periferia della globalizzazione
Cosa è successo nello spazio post-sovietico dopo il 1991. La Russia ed il suo “cortile interno”.
Il crollo dell’Unione Sovietica è stato uno degli eventi centrali del Ventesimo secolo. Ha rappresentato la definitiva conclusione della Terza guerra mondiale, ossia la Guerra Fredda, e la fine delle lotte ideologiche che hanno segnato tutto il Novecento. E’ stato anche un esempio per i popoli ancora oppressi, alla ricerca della libertà in altri continenti, nella nuova epoca della globalizzazione, come dimostra l’“inverno-primavera” arabi del 2010-2011.
La Russia e le repubbliche ex sovietiche non sono più insieme una superpotenza planetaria come lo sono state per decenni. Dopo una transizione complessa Mosca si è riposizionata sullo scacchiere internazionale ed ha ricominciato a contare nei “salotti buoni” mondiali come potenza regionale in Europa ed in Asia. L’area post sovietica è, invece, diventata teatro di scontro per il controllo delle enormi ricchezze energetiche. Le sue condotte corrono sia verso l’Europa che verso la Cina ed in futuro sotto al mar Nero, al Caspio e verso l’India attraverso l’Afghanistan.
L’autore del volume ricostruisce le principali dinamiche successive al 1991 in questa area cruciale per l’Occidente, mentre grandi specialisti come l’italiano Sergio Romano, l’americano Richard Pipes ed il russo Andrej Rjabov forniscono fondamentali chiavi interpretative.
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Indice
Prologo
Introduzione
Russia 1991-2011. La superpotenza retrocessa
Primi passi nell’economia di mercato
Nasce il capitalismo alla russa
Dal potere dei Soviet alla Russia contemporanea
Dal Pc a Russia Unita
L’agognata capitale
2008: il ritorno alla realtà
Lo sfruttamento del lavoro
La disperazione del piccolo business
I giovani ed il loro futuro
Oligarchi come famosi calciatori
Imprenditrici rosa. Anche senza scorciatoie
Società in discesa
Donne in difficoltà
La pecularietà del “khalim”!
La ferita del Caucaso
Zakhar Prilepin: Russia a rischio decomposizione
Meglio con i Soviet?
CSI, Ieri ed oggi
Il duro risveglio del ’92
L’elettrico primo decennio nel nuovo secolo
Il radicalismo religioso
La pericolosa ferita infetta afghana
Da Via della Seta a via della Droga
L’ossessione del nuovo “tubo”
Migrazioni di massa
Alla ricerca delle proprie radici storiche
Il lento distacco dal comune passato sovietico
L’eredità dei conflitti congelati o quasi
Le europee – Verso l’integrazione continentale
Ucraina, un Paese in eterna transizione
La rivoluzione arancione
Janukovich: l’uomo degli oligarchi
Sebastopoli, La città della Flotta
Crimea: l’irrisolta questione tatara
L’inferno delle miniere
Bielorussia, un “supportato” off-shore
La macabra eredità di Cernobyl’
Moldova, i giovani in subbuglio
Le caucasiche – Complessi equilibrismi tra Est ed Ovest
Il rompicapo del Caspio
La risorgente Turchia
L’olocausto impunito
Armenia, resistere!
Azerbaigian, il “Kuwait”, per ora, mancato
Una marea di profughi
La Georgia e la sua parcellizzazione
2008, il doloroso divorzio russo-georgiano
Le asiatiche – Tra Cina, Islam ed Occidente
Moderni khanati: «Tengo famiglia!»
L’esplosiva valle di Ferghana
Xinjiang, la spina nel fianco di Pechino
Il popoloso Uzbekistan
Adolescenti nelle piantagioni
L’Aral e la grande sete
Kirghizistan, la scommessa persa
Kazakhstan, dove va il gigante?
Astana: la “Brasilia” della steppa.
Turkmenistan, il culto degli eccessi
Tagikistan, in lotta contro la miseria.
Cronologia principale
A colloquio con
Richard Pipes – La natura “matrigna” della Russia
Sergio Romano – La Russia , l’ex Urss e la globalizzazione
Andrej Rjabov – A difesa dello status quo nello spazio ex sovietico
Dati economici