La ruota della storia, a volte, torna indietro. Presto la Chiesa ortodossa russa potrebbe rientrare in possesso di quasi tutte le sue proprietà confiscate dai bolscevichi dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917. Questo almeno prevede un controverso progetto di legge (pdl) del ministero dello Sviluppo economico, in discussione in marzo, scovato dall’autorevole quotidiano finanziario “Kommersant”. Il governo intende disfarsi di beni che gravano pesantemente sul bilancio dello Stato.
Se l’operazione andrà in porto la Chiesa ortodossa diventerà, come ai tempi dello zar, il più grande proprietario mobiliare ed immobiliare del Paese, rivaleggiando in ricchezza con la Gazprom e la Società ferroviaria (RzhD).
Secondo alcuni osservatori la crisi economica produce, oggi, perlomeno un atto di giustizia storica. Ma le opinioni sono le più diverse ed in aula alla Duma i deputati, soprattutto quelli comunisti, potrebbero dare battaglia. L’onorevole Vladimir Kashin del Pc giudica questa mossa dell’Esecutivo come un tentativo del duo Medvedev-Putin di riconquistare la fiducia popolare, che vacilla davanti alla crisi. Il presidente ed il premier sono notoriamente ortodossi praticanti. La moglie dell’attuale leader russo, Svetlana, è stata in passato impegnata affianco delle gerarchie ecclesiastiche in numerosi progetti sociali.
La Chiesa ortodossa non se la passa, comunque, affatto male. Attualmente possiede 478 monasteri ortodossi, 13.000 tra chiese e cattedrali, 16.000 parrocchie, 4.696 scuole di catechismo. Nella sola Mosca, dove i prezzi al metro quadro rimangono alle stelle nonostante la recessione, potrebbe aspirare a 600 siti che vanno da 300 metri quadri ad oltre 10 ettari, con edifici fino a 50mila mq. Si calcola che il valore di questi beni immobili si aggiri sui 50 miliardi di dollari. Se si considerano anche i terreni nella capitale gli zeri si moltiplicano in maniera incredibile.
A godere di questa legge dovrebbero essere anche le altre confessioni ufficiali: musulmani, ebrei, buddisti, cattolici.
Dopo il crollo dell’Urss le prime restituzioni di beni religiosi avvennero grazie ad un decreto di Boris Eltsin nell’aprile 1993. Seguì una legge del Parlamento nel settembre 2004. La più clamorosa disputa tra autorità religiose ed enti statali, finita nelle aule giudiziarie, si registrò per un edificio dell’Università Statale Umanistica a pochi passi dal Cremlino. Dopo il periodo sovietico Stato e Chiesa in Russia hanno nuovamente stretto la tradizionale alleanza. Questo pdl è il definitivo suggello.
Febbraio 2009
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.