A Simferopoli la Procura generale ha confiscato le proprietà della Fondazione (non a scopo di lucro) “Krym”, il cui fondatore è il leader dei tatari di Crimea Mustafà Dzhemiliev, già deputato alla Rada ucraina. Il 16 settembre la sede dell’Autorità tatara era stata perquisita dalla polizia.
I tatari di Crimea non hanno partecipato in massa alle elezioni di domenica 14 settembre in cui sono stati eletti i nuovi rappresentanti locali. Il prossimo capo della Crimea Serghei Aksionov ha negato che ci siano problemi con questa minoranza, che è contraria al ritorno della penisola sotto il controllo di Mosca. La ragione della perquisizione all’Autorità tatara, secondo Aksionov, era la presunta “presenza di letteratura vietata”.
Mustafà Dzhemiliev, a cui non è permesso l’ingresso in Crimea e sul territorio russo per 5 anni, ha definito quanto finora accaduto come “un attacco criminale”. Le ambasciate USA e turca hanno già espresso la loro “preoccupazione” e stanno seguendo da vicino l’evolversi della situazione.
Secondo fonti militari ucraine il Cremlino ha dislocato al confine amministrativo tra la penisola contesa e la terraferma 4mila uomini con a disposizione artiglieria e carri armati.
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