L’accordo è stato raggiunto in piena notte dopo 7 ore di negoziati. Le misure sono a corollario di quelle già definite il 5 settembre, sempre a Minsk, dal Gruppo di contatto (Ucraina, Russia, OSCE). L’OSCE è supervisore della realizzazione del memorandum, che tenta di dare sostanza alla precedente intesa. Nelle precedenti due settimane la tregua è stata più volta violata con centinaia di morti. Le parti hanno convenuto di continuare lo scambio di prigionieri. Lo status dei territori sotto controllo dei separatisti non è stata discussa.
1. Cessazione dell’uso di armi considerate “comuni”.
2. Stop delle unità militari sulle posizioni in cui si trovano il 19 settembre.
3. Divieto all’utilizzo di qualsiasi tipo di armi ed alla conduzione di operazioni offensive.
4. Nel corso di una giornata dalla firma di detto memorandum, rimozione di armi di calibro superiore a 100 millimetri dalla linea del fronte di almeno 15 chilometri da ambo le parti, in particolare dai centri abitati, in maniera da creare una zona di sicurezza di non meno di 30 chilometri.
5. Divieto di dislocazione di armamenti pesanti ed attrezzature pesanti nei distretti dove si trovano determinati insediamenti abitati.
6. Divieto di installazione di nuovi campi minati sui confini della zona di sicurezza; obbligo di sminare i campi all’interno della zona di sicurezza.
7. Creazione di una no-fly-zone sulla zona di sicurezza sia per apparati interni che stranieri, ad eccezione di quelli dell’OSCE.
8. Dislocazione nella zona di cessazione dell’uso delle armi di una missione monitoring dell’OSCE, compresa nel gruppo di osservatori, nell’arco di un giorno. L’area di cui sopra è divisa in settori, i cui confini sono definiti nel corso della preparazione del lavoro di monitoring della missione di osservatori dell’OSCE.
9. Ritiro di tutti i mercenari stranieri dalla zona del conflitto da ambedue le parti.
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