“Damascus is the “Stalingrad” of Russian diplomacy. After years of geopolitical withdrawal, Moscow has chosen Syria as a way to revive its image of power in the world. “Not one step back” is the Kremlin’s new strategy, as it was for the Red Army along the banks of the Volga river during World War II. To be more convincing, the Kremlin has simultaneously flexed its muscles by supplying sophisticated […]
Vladimir Putin è uno dei convitati di pietra al Brexit. Il profilo tenuto dal Cremlino sulla questione è bassissimo, ma l’attenzione è massima. In caso di addio della Gran Bretagna, i nazionalisti russi già pregustano l’indebolimento dell’Unione europea ed il possibile scioglimento del Regno Unito con l’indipendenza della Scozia. Senza far nulla Mosca si potrebbe levare di torno in un colpo solo due fortissimi concorrenti e si concretizzerebbero i gloriosi progetti di egemonia per il XXI secolo.
Nel 2014 con l’allargamento ad Est dell’Ue i Paesi ex satelliti del Cremlino hanno trovato nel polo occidentale un qualcosa di più attraente ed infatti i due Majdan in Ucraina ne sono una conseguenza indiretta. Ora Putin sta tentando di dare una sterzata rispetto a questo corso e contemporaneamente di rientrare nei grandi giochi mondiali.
Appunto, il Grande Gioco, che vide russi e britannici lottare per tutto l’Ottocento, con l’odiata Londra che sbarrò alla San Pietroburgo zarista la strada ai mari caldi del sud. I primi hanno costruito un impero sulla contiguità territoriale; gli altri sul suo modello opposto, transoceanico. Nel Ventesimo secolo la Gran Bretagna ha perso di continuo pezzi, ma la sua influenza, seppur ridimensionata, è rimasta. E i russi non se ne danno pace, visto cosa è successo a loro dopo il crollo dell’Urss. Si è sviluppata una sorta di complesso verso gli inglesi, tanto che, nel 2013 il portavoce del Cremlino definì il Regno Unito “l’isoletta”.
Cosa sia il Vecchio Continente senza un progetto comune lo sanno tutti: basta sfogliare i manuali di storia. Ai campionati di calcio in Francia si è avuto un breve ripasso. “Duecento dei nostri hanno spazzato via migliaia di inglesi”, Putin ha commentato, pur condannando i fatti.
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“Servono azioni coordinate per garantire una crescita sostenibile ed equilibrata”. Questo uno dei passaggi principali contenuti nel messaggio del presidente russo, Vladimir Putin, in occasione dell’inaugurazione del ventesimo Forum economico di San Pietroburgo. Alla manifestazione partecipano oltre alcune centinaia di compagnie internazionali nonché un’autorevole rappresentanza politica, tra cui il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon.
Sul Baltico si tenta in realtà di riavvicinare i due poli continentali, le cui relazioni sono provate dalla crisi ucraina, scoppiata nell’autunno 2013, e dalle rispettive sanzioni e contro-sanzioni. Tra mille polemiche a San Pietroburgo è presente anche il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che ha in programma un incontro con il capo del Cremlino. Il suo intento è di “costruire ponti” sulle questioni economiche, ribadendo, però, l’obbligo di Mosca di applicare in pieno l’accordo di pace di Minsk-2, da lei firmato, sull’Ucraina orientale. Pesanti critiche a questo viaggio sono state espresse dai Paesi Ue centro-orientali che evidenziano come il Cremlino possa sfruttare l’occasione per aumentare le differenze, già esistenti, sul mantenimento o meno delle sanzioni da parte dei Ventotto. Nessun rappresentante degli Stati Uniti è, invece, presente a San Pietroburgo.
Juncker e Putin si conoscono da molti anni ed il loro rapporto personale potrebbe garantire nuovi insperati spiragli. Il presidente della Commissione europea ha tenuto, comunque, a precisare che “l’annessione illegale della Crimea ed il conflitto in Ucraina orientale hanno provocato il peggioramento delle relazioni bilaterali, poiché la Russia ha violato i principi fondamentali dell’ordine internazionale”. Bruxelles si attende che ora Mosca utilizzi tutto il suo “potenziale” per normalizzare la situazione.
Sulla stessa linea è l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, che ha invitato la Russia a cancellare per prima le contro-sanzioni, che riguardano essenzialmente i prodotti alimentari, in particolare carne, frutta e verdura. Questa proposta è stata fatta direttamente a Vladimir Putin nel corso di un colloquio tra i due leader.
Le sanzioni occidentali colpiscono, invece, i settori finanziari ed energetici, anche se ieri l’anglo-olandese Shell ha firmato accordi con la russa Gazprom ed un progetto di raddoppio del gasdotto Nord-Stream sotto al Baltico – con numerose aziende dell’Europa centrale rappresentate nel consorzio – sta andando in porto.
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha, però, smorzato sul nascere qualsiasi tipo di speranza per un primo passo da parte dei russi, mentre il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, è apparso più ottimista nel vedere la luce in fondo al tunnel delle sanzioni.
“Se canti e dici la verità la gente lo capisce. Grazie Europa per avermi votato”. Jamala riesce a trattenere a mala pena l’emozione dopo aver trionfato nel Festival della canzone europea a Stoccolma. La tatara, rappresentante dell’Ucraina, ha cantato della deportazione del suo popolo dalla Crimea verso l’Asia centrale nel 1944 da parte di Josif Stalin.
Splendida lei, ottima la canzone in tataro ed in inglese con una sceneggiatura mozzafiato. Appena atterrata a Kiev, la 32enne cantante si è esibita in un concerto. Dopo 12 anni la repubblica ex sovietica rivince così Eurovision. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ed il premier Groisman si sono subito congratulati con lei.
Le autorità tatare in esilio sono entusiaste: questo è un “primo passo verso la liberazione” della penisola contesa, “annessa” dalla Russia nel marzo 2014. “Sono felice che Jamala abbia vinto – afferma l’autorevole giornalista Ayder Muzhdabayev -. La sua missione era anche quella di raccontare all’Europa ed al mondo della deportazione del 1944 e della realtà di oggi in Crimea. Ci offendono, ci cacciano, ci costringono ad emigrare”.
Se gli ucraini ed i tatari di Crimea festeggiano, i russi – arrivati terzi dopo l’Australia – appaiono contrariati. “E’ stato tutto preordinato politicamente oppure il pubblico è scemo” titola il quotidiano Moskovsky Komsomolets.
I commenti sui social media sono durissimi, alcuni letteralmente furibondi: “E’ stato un teatro dell’assurdo”; “Hanno cambiato le regole” (ndr. il regolamento è nuovo per l’edizione 2016); “E’ stato tutto politicizzato”. E poi “cosa c’entra l’Australia con l’Eurovision?” Qualcuno tenta di consolarsi: “la Russia ha vinto il voto degli spettatori”, ma non quello della giuria specializzata che ha ribaltato il risultato finale. Il superfavorito della vigilia dai bookmakers, Serghej Lazarev, ha comunque fatto un figurone! Ad onor del vero, la scenografia presentata era bellissima, di un livello stratosferico.
Alcuni politici federali hanno chiesto l’annullamento del risultato di Stoccolma e di boicottare l’edizione del prossimo anno in Ucraina, Paese ospitante per la vittoria di Jamala. Secondo la deputata Elena Drapeko la Russia ha perso per “la guerra di informazione” e per la “generale demonizzazione” all’estero.
La proposta di organizzare Eurovision 2017 in Crimea, ora sotto giurisdizione russa, e non a Kiev provoca le reazioni più diverse. I nervi sono scoperti e le parole grosse, che volano, anche tra personalità di primo piano, non si contano. Jamala ha tagliato corto e in maniera diplomatica ha detto: “Non so dove si svolgerà la prossima edizione, ma sicuramente sarà in Ucraina”.
Верховная Рада Украины одним постановлением удовлетворила заявление Арсения Яценюка об отставке с должности премьер-министра страны и назначила его преемником Владимира Гройсмана. Соответствующее решение поддержали 257 народных депутатов из 390, зарегистрированных в сессионном зале.
Поскольку новой коалиции своих голосов явно не хватало, «Народному фронту» и БПП пришлось опять пойти на сговор с депутатами, контролируемыми олигархами Коломойским, Ахметовым и другими.
Главной же интригой дня был новый состав кабинета министров, о котором президент Украины Петр Порошенко несколько суток договаривался с Гройсманом. Последний отстаивал целостность своей команды, которая сложилась у него еще с Винницы, где он был мэром. Гройсман собирался распределить между близкими людьми министерство по делам АТО, минздрав и минсоцполитики.
7 чиновников были назначены на те же должности в новом правительстве. В частности, это вице-премьер-министр и министр ЖКХ Геннадий Зубко, министр внутренних дел Арсен Аваков, министр юстиции Павел Петренко, министр обороны Степан Полторак, министр иностранных дел Павел Климкин, министр информационной политики Юрий Стець и министр молодежи и спорта Игорь Жданов.
Верховная Рада Украины так же поддержала назначение нынешнего первого заместителя председателя ВР Андрея Парубия на должность председателя парламента.
За это решение проголосовали 284 народных депутата из 359, зарегистрированных в сессионном зале.
От “Блока Петра Порошенко” за это решение проголосовали 136 депутатов, от “Народного фронта” – 78, от “Самопомичи” – 19, от Радикальной партии – 20, от “Батькивщины” – 14.
“Когда приходят незнакомцы…/Они приходят в твой дом,/Они убивают вас всех и говорят:/«Мы не виновны… не виновны». /Где ваш разум?/Человечество плачет./Вы думаете, что вы боги,/но все умирают,/не глотайте мою душу,/наши души./Я не могла провести свою молодость там,/потому что вы забрали мой мир./Мы могли бы построить будущее./Где люди свободно живут и любят./Счастливые времена…/Где ваши сердца?/Человечество, процветай!/Вы думаете, вы боги./Но люди умирают./Не глотайте мою душу./Наши души./Я не могла провести свою молодость там,/потому что вы забрали мой мир”.
Это перевод, с английского и с крымско-татарского. На стихи написана музыка, получилась песня. Джамала выиграла украинский отбор к «Евровидению» и теперь будет представлять свою страну в славном городе Стокгольме. Песня называется «1944».
Наши политологи и журналисты давно разделили общество на две главные партии: холодильника и телевизора. Последняя партия сегодня «у власти», но ее оппоненты убеждены: когда, наконец, холодильник опустеет, бравурные рассказы «зомбоящика» о «поднявшейся с колен» России, ее «особом пути» и «духовных скрепах» под урчание голодного желудка начнут вызывать в лучшем случае раздражение. Вот тогда и пробьет час партии холодильника.
Но благодаря кризису холодильник уже наполовину пуст, еды стало меньше и худшего качества, а ропота недовольных почти не слышно. Почему молчит народ? Как телевизору удается одерживать верх над холодильником?
Ответы на эти вопросы не так сложны…. Первый — это имперский комплекс…. Теперь поподробнее о комплексе неполноценности. Эта штука вообще из области подсознательного, почти психиатрия….
Статья – Московский комсомолец №27034 от 16 февраля 2016
Dichiarazione comune firmata all’Avana da Papa Francesco e il Patriarca Kirill:
После «неудачного» взрыва у памятника Ленину в самопровозглашенной республике начались массовые аресты. Глава самопровозглашенной республики Александр Захарченко издал указ об ужесточении комендантского часа. Теперь все хождения и поездки с 23-00 до 5 утра запрещены всем, за исключением специального транспорта, снабженного не менее специальными пропусками….
Статья – Дмитрий Дурнев Московский Kомсомолец – Dmitry Durnev Moskovskij Komsomolets.
La comunità di connazionali, sorta nel XIX secolo (tra il 1830 ed il 1870) nella regione orientale della Crimea nei pressi della città di Kerch, fu deportata nel gennaio 1942. Allora si contavano 5-6 mila italiani, in maggioranza gente dedita all’agricoltura ed all’artigianato, di origine pugliese della zona di Trani e Bisceglie.
Oggi a Kerch, città famosa per lo stretto – accesso del mare di Azov dal mar Nero – abitano 500 persone, discendenti di quanti sono tornati dal Kazakhstan, dalla Russia e dall’Uzbekistan. Il presidente Putin ha inserito gli italiani di Crimea con un decreto, pubblicato il 13 settembre 2015, tra i popoli deportati da Stalin da riabilitare. In precedenza né il governo sovietico né quello ucraino avevano agito in tal senso.
I liguri, generalmente commercianti o persone di mare, abitavano nella vicina Feodosia, sempre in Crimea, oppure a Mariupol, secondo porto dell’Ucraina – ancora oggi cruciale per l’esportazione di grano e di prodotti metallurgici -, oppure ad Odessa, dove tra il XIX – ed il XX secolo era stato costituito un liceo italiano.
A Taganrog, un centinaio di chilometri ad est di Mariupol, sempre sul mare di Azov visse Giuseppe Garibaldi tra il 1831 ed il 1833. Qui l’eroe dei due mondi si avvicinò alle idee mazziniane della “Giovane Italia”, propagandate dagli esuli. Sempre a Taganrog, davanti alla passeggiata a mare, è stata eretta l’unica statua dedicata a Garibaldi in territorio ex sovietico.
In tutta questa area, dopo l’unità di Italia, vennero aperti un Regio Consolato ad Odessa e vari vice-consolati a dimostrazione dell’importate presenza di connazionali. Questo periodo si chiuse con la Rivoluzione d’ottobre ed le successive repressioni staliniane.
Giuseppe D’Amato
Testo AUDIO 1. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Testo AUDIO 2. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Testo AUDIO 3. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Testo AUDIO 4. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
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