“Damascus is the “Stalingrad” of Russian diplomacy. After years of geopolitical withdrawal, Moscow has chosen Syria as a way to revive its image of power in the world. “Not one step back” is the Kremlin’s new strategy, as it was for the Red Army along the banks of the Volga river during World War II. To be more convincing, the Kremlin has simultaneously flexed its muscles by supplying sophisticated […]


Миф о советской преемственности порождает крайне опасные политические тренды… Это миф о преемственности Российской империи, Советского Союза и Российской Федерации, воплощенный в знаменитой формуле В.Путина: «Советский Союз был той же Россией, только лишь называвшейся по-другому»….

Владислав Иноземцев Статья Московский комсомолец” №28164 от 30 декабря 2019.

 Alle 12 in punto Vladimir Putin – per la 15esima volta da quando è presidente –  si è presentato davanti a 1895 giornalisti accreditati. Una settantina sono state le risposte date in una maratona estenuante durata 4 ore e 19 minuti. Il piglio è stato quello di sempre.
 Gli argomenti più interessanti hanno riguardato l’Ucraina, la questione del gas, la crisi in Libia, i rapporti con Cina e con gli Stati Uniti, la squalifica per doping comminata alla Russia dello sport per 4 anni.
 Sul nodo ucraino Vladimir Putin ha ribadito che Mosca appoggia in pieno gli accordi di pace di Minsk 2015. Essi non vanno cambiati, altrimenti si sancisce la fine del processo di pace. Il capo del Cremlino ha elencato i passi che bisogna ora seguire per arrivare alla normalizzazione in Donbass. “Servono colloqui diretti” tra Kiev e le due repubbliche “popolari” filo-russe, quindi elezioni dopo che verrà concesso loro uno status speciale. Il Cremlino, è stato ribadito, non ha propri uomini o mezzi in Ucraina orientale.
 Per quanta riguarda la spinosissima questione del gas, si è compreso, che Mosca e Kiev sono su posizioni distanti. Il 31 dicembre scade il contratto per il transito del gas russo sul territorio ucraino verso l’Europa. Si rischia una guerra del gas come nel 2006 e nel 2009 con il blocco delle forniture all’Unione europea. Insomma un bel mal di pancia per Capodanno!
 “Con la Cina non abbiamo un’alleanza militare – ha rimarcato Putin – e non abbiamo nemmeno intenzione di crearla. Pechino ha la capacità di costruire un suo Scudo difensivo anti-missilistico, ma con il nostro aiuto impiegherà meno tempo. Questa situazione aumenterà le capacità della Cina di difendersi”. Con gli Stati Uniti, invece, – fino alle presidenziali del novembre 2020 – non si possono fare programmi. La Russia è pronta a firmare l’estensione del trattato Start (sulla riduzione degli arsenali) oltre il 2021. “Non abbiamo, però, – ha evidenziato il presidente russo – ricevuto ancora risposta. E ciò significa che “non c’è nulla che possa fermare una nuova corsa agli armamenti”. Sulla Libia Mosca è in contatto con entrambi i contendenti. Serve trovare una soluzione politica e finire lo scontro militare.
 Per quanto riguarda il doping nello sport e la squalifica alla Russia il Wada (l’Agenzia anti-doping internazionale) non può condannare due volte per uno stesso reato. La salma di Vladimir Lenin “rimarrà” nel mausoleo sulla piazza Rossa: “meglio pensare al futuro”, ha aggiunto il presidente. Sulle problematiche costituzionali – forse in futuro – vi sarà una modifica per i due mandati presidenziali “consecutivi”. Cosa significa ciò in tanti se lo sono domandati. Vladimir Putin ha lasciato la sala e la Russia con questo dubbio: cosa succederà dopo il 2024? Putin, alla fine del suo quarto mandato, lascerà il Cremlino? Oppure assisteremo ad uno scambio con qualche “delfino”?
 Gda

The European Commission today presented The European Green Deal – a roadmap for making the EU’s economy sustainable by turning climate and environmental challenges into opportunities across all policy areas and making the transition just and inclusive for all. President Ursula von der Leyen said: ‘The European Green Deal is our new growth strategy – for a growth that gives back more than it takes away. It shows how to transform our way of living and working, of producing and consuming so that we live healthier and make our businesses innovative. We can all be involved in the transition and we can all benefit from the opportunities. We will help our economy to be a global leader by moving first and moving fast. We are determined to succeed for the sake of this planet and life on it – for Europe’s natural heritage, for biodiversity, for our forests and our seas. By showing the rest of the world how to be sustainable and competitive, we can convince other countries to move with us.

 “Questa è la prosecuzione dell’isteria anti-russa che ha acquisito una forma cronica”. Così Dmitrij Medvedev ha commentato durante una riunione del Governo le notizie provenienti da Losanna.
 Il primo ministro federale ha ammesso che in Russia vi sono dei problemi collegati con il doping, ma la decisione del Wada (l’Agenzia mondiale anti-doping) va assolutamente contestata. Anche perché così si vanno a colpire atleti già puniti.

 Il ministro degli Esteri Serghej Lavrov parla invece di “lotta senza regole”, mentre la portavoce del suo ministero Marija Zakharova ha puntato il dito contro la “politicizzazione del doping”.

  Tutto il mondo sportivo ha reagito negativamente ad una decisione che, però, era nell’aria. Jurij Ganus, capo dell’Agenzia anti-doping federale Rusada, ha ribadito che “lo sport pulito è la sua missione”.

 Probabilmente ora gli atleti russi, che vorranno prendere parte alle competizioni internazionali, saranno costretti a dimostrare, con documenti alla mano, di essere estranei alla vicenda doping.

 Sui mass media federali ci si domanda poi che cosa ne sarà adesso della partecipazione ai Mondiali del Qatar 2022.

 Gda

President Vladimir Putin and Chinese premier Xi Jinping officially opened the 3,000 kilometer gas pipeline today via videoconference.  Russian state gas giant Gazprom will immediately start sending its gas southwards — the first time Russian gas has been sent directly to China. The two countries struck a $400 billion 30-year agreement for Russian gas exports back in 2014. The pipeline will not become fully operational until 2025, when it will be able to carry 38 billion cubic meters of gas a year.

 80 лет назад, 30 ноября 1939 года, Советский Союз напал на Финляндию, началась Советско-финляндская война, которая завершилась 13 марта 1940 года подписанием Московского мирного договора. К СССР перешло 11% территории Финляндии со вторым по величине городом Выборгом. Согласно спискам, составленным в 1949-1951 годах Главным управлением кадров Минобороны СССР и Главным штабом Сухопутных войск, потери советских войск в этой войне, которая также известна как “Зимняя война”, составили 126875 человек убитыми и пропавшими без вести, а также около 265 тысяч ранеными. Согласно финским источникам, вооруженные силы Финляндии потеряли до 95 тысяч человек убитыми и пропавшими без вести, до 45 тысяч ранеными.

Отечественная пресса транслирует мнения ведущих российских политиков о том, что мир захлестнула «пещерная русофобия», что все больше государственных деятелей зарубежных стран руководствуются в своих действиях именно ненавистью к нашей стране…Западные средства массовой информации отстают, но ненамного…Прожив несколько лет за границей, я не могу сказать, что встречался где-то с русофобией….

Владислав Иноземцев Статья “Московский комсомолец” №28124 от 13 ноября 2019

 I “Muri” non sono più militari ed ideologici come ai tempi della Guerra Fredda, ma soprattutto economici, politici ed energetici. L’Europa centro-orientale si è letteralmente svuotata e, globalmente, secondo alcuni studi, ha perso, dal 1989, 24 milioni di abitanti.
 Se la Russia con Mosca e San Pietroburgo in testa ha vissuto all’inizio del secolo un boom impressionante collegato con l’aumento astronomico dei prezzi delle materie prime per poi cadere in una profonda crisi dopo il 2014, la Polonia è cresciuta enormemente grazie all’adesione all’Unione europea del primo maggio 2004. Il suo Pil ha compiuto passi in avanti significativi, facendo ottenere oggi a Varsavia il quinto posto tra le economie comunitarie.
 Le repubbliche baltiche sono sopravvissute ad una realtà socio-economica complessa, cercando di tenersi lontane dall’abbraccio della vicina Mosca. Dal 2007 Romania e Bulgaria restano il fanalino di coda in numerosi campi tra i Ventisette.
 L’Ucraina, al contrario, ha realizzato una vera e propria “rivoluzione” geostrategica, segnando un divorzio storico dalla “Grande Madre” russa. In estrema sintesi, il Polo continentale dell’Ovest attrae molto più che quello dell’Est. Kiev sogna di seguire il medesimo percorso positivo di Varsavia dopo il 1989. E nel frattempo la sua “forza lavoro” (un milione di migranti legali ed un altro milione di stagionali) è la “benzina” segreta dell’ascesa economica polacca, nel 2018 Pil a 5,1%.
 Oggi la linea di demarcazione – che al tempo della Guerra Fredda correva in Germania, Cecoslovacchia e nei Balcani – è arretrata di un migliaio di chilometri circa fino al confine tra la Russia, l’Ue e l’Ucraina.
 Gda

 The Russian government has drastically watered-down its new package of climate change legislation after push-back from the country’s leading businesses, the Kommersant reported. “The idea of putting a price on carbon dioxide in Russia has fallen victim to the industrial lobby,” according to the analysts at VTB Capital.
 “The model on which the Russian economy has been based for the past 20 years is dying. Everybody needs to find a way to move money into low-carbon areas of the economy. Under the leadership of Rosneft and Gazprom, this cannot be done,” said Mikhail Yulkin, Director of the Center for Environmental Investment.
 Russia ratified the Paris Climate Agreement (2015 ) on September 23rd, committing itself to reducing carbon dioxide emissions to 70% of the1990 level. It is the world’s fourth-largest polluter.
 Russia emitted 1,734 million tonnes of carbon dioxide in 2005. However, the Kremlin has set 1990 as its benchmark, when Russia emitted 2,397 million tonnes – a figure 38% higher than the Paris recommendations and significantly more than what Russia is emitting today.  A 30% reduction from the 1990 level would allow Russia to produce 1,678 million tonnes of carbon dioxide a year — only 5% less than the 1,765 million tonnes produced in 2017. 

 Poland’s ruling conservatives secured a second term in power. The victory by the Law and Justice (PiS) party followed a campaign focused on a raft of new welfare measures coupled with attacks on Western values.

 Terming the victory a “huge success,” PiS leader Jaroslaw Kaczynski said his party had “obtained a mandate to continue our good change … to continue to change Poland.”

Since it took office in 2015, the PiS has in many ways upended Polish politics by limiting liberal democracy through a string of controversial court reforms that have stoked tension with the EU, as well as through its monopolization of public media, among other measures.

  The PiS scored 43.59 percent of the popular vote, for 235 seats. Up to now it controlled 239 of the 460 seats in the lower house of parliament.

  The opposition Civic Coalition (KO) scored 27.40 percent support for 134 seats. It draws support mainly from urban voters upset by the PiS’s divisive politics, controversial judicial reforms and graft scandals.

The PiS lost control of the Senate, or upper house, taking 48 of the 100 seats, something analysts said would provide a check on the party’s legislative drives.  Turnout tallied at 61.74 percent, the highest since Poland shed communism in 1989.

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