Torna d’attualità la questione del prezzo del gas russo. La compagnia tedesca E.On ha chiesto nuovi sconti alla Gazprom. E’ la seconda volta che ciò accade quest’anno dopo la riduzione ottenuta dalle società occidentali in primavera.
Tre le ragioni principali: 1. La differenza di prezzo tra quello della monopolista russa e quello dei suoi concorrenti – su tutti norvegesi, olandesi, del Qatar – non è poca cosa; 2. Si utilizzano sempre più gas liquefatti (LNG); 3. Gli Stati Uniti stanno incrementando la produzione dei gas scisti, di cui anche la Polonia è ricca.
“Siamo sempre in trattativa con tutti i nostri fornitori per ottenere condizioni conformi con la situazione di mercato”, ha chiarito il portavoce di E. On, Kai Krischnak. Già all’inizio d’agosto un funzionario della stessa compagnia tedesca, Johannes Teyssen, aveva segnalato che la E.On avrebbe cominciato da ottobre ad avere delle perdite di profitti se i prezzi non fossero stati abbassati.
Quale sia il tipo di sconto che la compagnia richiede non è stato rivelato. Il maggior concorrente della Gazprom in Europa, la norvegese Statoil, avrebbe accettato di vendere per un 30% in meno, si dice a Mosca. I contratti di lunga durata, imposti della monopolista russa, permettono di richiedere delle modifiche in presenza di cambiamenti significativi della situazione dei mercati. Negli Stati Uniti il pezzo medio del gas nel primo trimestre è stato di 195 dollari, mentre ora veleggia sui 156. Secondo la Troika Dialog nel primo trimestre del 2010 i clienti occidentali della Gazprom hanno pagato in media 307 dollari per mille metri cubi, mentre sul mercato britannico il prezzo medio è stato di 187.
Dopo la E.On anche l’Ucraina, attraverso il suo primo ministro Azarov, ha richiesto pubblicamente la revisione del prezzo, concordato a Kharkiv soltanto pochi mesi prima.
Nel 2009 le esportazioni di gas della Gazprom in Europa sono diminuite di circa il 12% sia per la crisi economica che per lo scontro con Kiev. Secondo alcuni calcoli di specialisti solo nel 2010 la monopolista russa ha perso 2 miliardi di entrate per le riduzioni concesse agli acquirenti. Ma il problema non è ancora risolto.
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