Canton Ticino in grande spolvero all’ombra del Cremlino. Mai si ricordava prima una missione all’estero così numerosa e con una tale offerta informativa. Ma da decenni i moscoviti sono abituati a conoscere Paesi, regioni e culture del mondo, presentati con mostre, esibizioni o con symposium. I loro gusti raffinati mettono non di rado in difficoltà gli ospiti stranieri. Bellinzona era stata probabilmente avvertita. Ricordiamo come se fosse oggi Carmelo Bene impegnato in una discussione a dir poco elettrica con gli spettatori russi al termine di una sua rappresentazione teatrale agli inizi degli anni Novanta.
Con la globalizzazione le frontiere sono definitivamente cadute e i clienti bisogna cercarseli a casa loro. L’uso “artigianale” dei rapporti culturali e diplomatici a scopi economici è superato. Nel ventunesimo secolo è il “sistema Paese” a vincere. Basta guardare ai vicini della Confederazione. Imponente è lo sforzo che sta mettendo in piedi l’Italia. Il 2011 è l’anno della Penisola in Russia e dell’ex “superpotenza” nel Bel Paese: centinaia sono gli eventi culturali ed economici in programma con i rispettivi governi nazionali a menar le danze. Quest’anno la Francia, sfruttando lo stesso evento, ha ospitato al museo del Louvre una mostra d’arte russa, unica nel suo genere, e Parigi con le sue aziende ha firmato con Mosca accordi da decine di miliardi di dollari.
Il 2010 è appunto l’anno del Canton Ticino in Russia. In passato, in riva alla Moscova sono arrivati Vallese, Ginevra, Vaud, Zurigo. Nel 2011 toccherà a Basilea città. Le proposte culturali della “settimana ticinese” sono state sapientemente miscelate con quelle turistiche, economiche ed imprenditoriali. Contatti diretti fra aziende e con regioni federali sono stati con pazienza instaurati. La regia discreta dell’ambasciata svizzera a Mosca ha permesso che non si siano state disperse forze, come troppe volte è accaduto agli italiani negli anni Novanta, quando ogni regione dello Stivale faceva da sé.
Due sono le domande che il contribuente ticinese dovrebbe a questo punto porsi. La prima è capire quale eco nella società e sui mass media russi abbia avuto questa manifestazione. La seconda è se, conseguentemente, i 260 mila franchi necessari per questa missione siano stati ben spesi. Solo tra qualche mese si capirà, invece, quali saranno le ricadute (positive o meno) di un tale sforzo, ossia se questa di Mosca è stata un’occasione d’oro colta al volo oppure no.
Finora nell’immaginario collettivo del russo medio il Canton Ticino è fondamentalmente la piazza finanziaria di Lugano, il festival del cinema di Locarno e la terra dei grandi architetti che modellarono San Pietroburgo. In futuro potrebbe essere qualcosa di più. Almeno così lo sperano gli operatori del turismo cantonale. L’agenzia di stampa federale “Interfax” ha rilanciato ai quattro angoli dell’immenso gigante slavo le loro proposte e i loro progetti. Sono state messe in evidenza le novità, ossia la costruzione del Parco acquatico e del tunnel del Gottardo, che sensibilmente avvicinerà il Ticino a Zurigo. Il popolare settimanale “Argomenty i Fakty” ha dedicato un articolo all’inaugurazione della “settimana ticinese”, dando voce ai protagonisti e sottolineando l’importanza della cooperazione interregionale. Saggia è stata la scelta del contatto diretto con alcuni governatori. In Russia è la politica a muovere gli affari. Le regioni di Sverdlovsk, di Stavropolsk e di Kirovsk, a detta di “AiF”, si sono dimostrate assai interessate alle idee ticinesi. Nella prima, ad esempio, è stata costituita recentemente una mini-rappresentanza della Liguria che ha avuto il merito di tessere legami tra aziende degli Urali ed italiane con la firma di contatti rilevanti.
I principali bollettini sulle manifestazioni culturali nella capitale non hanno “bucato” gli appuntamenti ticinesi né ora né in primavera. Fino al 21 novembre i moscoviti potranno ammirare le opere della pittrice Marianne Werefkin, russa di nascita ma vissuta a lungo ad Ascona.
Di diverso carattere gli appuntamenti economici di ieri a cui sono stati invitati esperti e rappresentanti russi dei vari settori grazie alla Camera di Commercio federale, che, nei mesi scorsi, ha distribuito inviti un po’ ovunque. Vi sono stati contatti e conoscenze dirette. Di solito, per esperienza, soltanto una piccola parte si concretizza in affari, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.
Il centro della “settimana ticinese” è stato l’albergo extra-lusso “Ritz Carlton”, giusto di fronte al Cremlino a cento metri dal palazzo della Duma, la Camera bassa federale. Tenere i “toni alti” e presentare un biglietto da visita di un certo tipo sono gli unici modi per avere successo in un Paese in cui l’esibizionismo e l’ostentazione della propria ricchezza, spesso in maniera volgare, sono elementi essenziali del vivere comune. Chi vuole avere rapporti con i “nuovi russi” è avvertito: il conto è salato!
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