Confusione, preoccupazione, incredulità. Minsk come Mosca, è una delle domande che si pongono in questo frangente i bielorussi. All’ora di punta, esattamente alle 17,56 locali, si è registrato uno scoppio alla stazione della metropolitana Oktjabrskaja. I tunnel si sono riempiti immediatamente di fumo ed i passeggeri sono stati fatti uscire in fretta e furia. Si contano morti e feriti. Secondo le prime rilevazioni della polizia si tratta di un’azione terroristica: è stato trovato un cratere profondo mezzo metro. Il bilancio provvisorio dell’attentato si aggrava col passare delle ore.
La centralissima stazione Oktjabrskaja è un punto simbolico di Minsk, poiché permette il passaggio da una linea all’altra del metrò e si trova a poche centinaia di metri dal palazzo dell’Amministrazione presidenziale. Dopo le elezioni contestate del dicembre scorso, con gran parte dei candidati finiti al fresco, la Bielorussia vive adesso un difficile periodo economico con una pesante svalutazione della moneta locale. Da alcune settimane le banche non accettano di cambiare i rubli bielorussi in valuta.
Il presidente Lukashenko, al potere dal 1994, è isolato sul piano internazionale ed è stato definito dall’Amministrazione USA di George Bush come “l’ultimo dittatore” d’Europa. Non pochi analisti tracciano paralleli tra l'”inverno” arabo ed una possibile prossima “primavera” nell’ex Urss. Il presidente russo Medvedev ha offerto l’aiuto dei propri specialisti dell’anti-terrorismo.
Questa è la seconda tragedia nella storia del metrò di Minsk. Nel 1999, per la ressa causata dalla pioggia durante la festa della birra, una cinquantina di persone persero la vita.
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