E’ da secoli uno dei simboli di Mosca e della Russia intera. La cattedrale di San Basilio, posizionata sul limite esterno della Piazza rossa, compie quest’estate 450 anni. Quelle strane cupole a forma di cipolla la rendono unica nel mondo. I suoi sconosciuti architetti-costruttori, viene tramandato, furono accecati in modo tale che nessun altra chiesa potesse avere lo stesso stile.
Adesso, con tutti gli onori del caso, il gigante slavo celebra questo compleanno. Mostre, incontri fra studiosi e riti religiosi sono stati organizzati in buon numero anche per segnare la fine di un restauro durato un decennio e costato ben 14 milioni di dollari. All’interno del tempio si possono ammirare reliquie ed icone di San Basilio e di altri religiosi eccentrici, chiamati dalla tradizione locale “santi folli”.
A giudicare dalla massa di turisti stranieri e nazionali in fila davanti alla cattedrale queste manifestazioni sono già un successo. La curiosità dell’evento, il sentimento religioso ed il richiamo di un monumento particolare nel suo genere sono ingredienti di forte attenzione.
Costruito tra il 1555 ed il 1561 su ordine di Ivan il terribile per ringraziare il Signore per la vittoria contro i tatari e la conquista di Kazan e Astrakhan, il tempio rappresentava il centro della città, spartiacque tra le case della popolazione e la fortezza simbolo del potere e dei boiari, ossia degli aristocratici. Il primo edificio originale, quello della Trinità, ha altre otto chiese laterali, mentre l’ultima (la decima) è stata eretta successivamente nel 1588. Tanti i nomi con cui è stato denominato il complesso. La tradizione ortodossa ne privilegia due: cattedrale dell’Intercessione della Santissima Madre di Gesù sul Fossato e Tempio di Basilio il Benedetto. Nel 17esimo secolo i moscoviti la chiamavano semplicemente “Gerusalemme” per l’annuale processione della Domenica della Palme con i capi religiosi e politici in testa.
“E’ un miracolo che questo monumento sia arrivato fino a noi”, commenta il vice-ministro per la Cultura, Andrei Busygin. Nel corso della storia incredibilmente troppe sono state le prove superate. Nel 1917 la cattedrale subì danni rilevanti durante l’assalto dei bolscevichi al Cremlino e fu “rattoppata” alla bell’e meglio durante la guerra civile e la successiva carestia. I leader comunisti la volevano demolire come avevano fatto del resto nel dicembre del 1931 con la cattedrale di Cristo il Salvatore, tempio di riferimento dell’ortodossia russa, e quella di Kazan dalla parte opposta della Piazza rossa nel 1936, poiché quest’ultima creava impiccio durante le parate militari. Si racconta che una volta Stalin tolse il modellino di San Basilio da un “plastico”, per vedere come sarebbe stata la piazza senza. Nel 1928 la cattedrale era nel frattempo diventata “filiale” del Museo storico nazionale e questo status, alla fine, evitò la demolizione.
La sua linea è davvero particolare come il santo a cui è dedicato il complesso. San Basilio (Vasilij in russo) era un uomo eccentrico che girava senza vestiti persino nei gelidi inverni e fu uno dei pochi moscoviti che osò resistere al potere tirannico di Ivan il Terribile. Come riportano le cronache del 16esimo secolo, il primo zar di tutte le Russie, famoso per la sua politica che provocò migliaia di morti, lo considerava un “veggente di cuori e di menti del popolo”. Alla sua scomparsa, nel 1552, personalmente trasportò la bara nel luogo di sepoltura, dove più tardi fu costruita una delle chiese dell’attuale cattedrale.
Le nove cupole multicolori a cipolla combinano le tradizioni dell’architettura russa di legno con influenze bizantine ed islamiche. Il restauro appena conclusosi, spiegano gli specialisti, ha avuto l’obiettivo di ridare ai visitatori la stessa visione che si aveva nel tardo 17esimo secolo. Ma non ci si fermerà qui. Il clima russo non permetterà di rilassarsi. Le intemperie sono una seria minaccia per una struttura così delicata.
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.