“Gli eventi dell’agosto 1991 hanno velocemente cambiato il destino del nostro Paese”. A 24 anni Tatjana Malkina, allora giovane cronista del quotidiano Nezavisimaja Gazeta, si prese la libertà di mandare letteralmente a spigolare gli otto golpisti vetero-comunisti del GKCP durante una conferenza stampa, in cui questi tentarono di spiegare cosa stava succedendo. Il suo intervento coraggioso alle ore 17 del 19 agosto, davanti alle telecamere dell’intero mondo, fu il primo evidente segnale che il putsch, mal preparato e caotico, sarebbe fallito.“Venti anni – prosegue la Malkina – sono storicamente pochi, ma, dal punto della vita di una persona, sono tanti. Sono contenta che sia andata bene”. Tutto è finito nel migliore dei modi. “Grazie a Dio i golpisti hanno perso, ma non avrebbero mai potuto vincere. Il bagno di sangue è stato limitato”. Tre persone hanno perso la vita in quei tre giorni. Come ricorda quella conferenza stampa? “L’avete vista in televisione voi tutti. Io era incavolata nera con quella gente. La mia non fu una domanda, ma un comizio. Volevo insultarli. Volevo dire loro che erano degli idioti”. Lei si era accorta che al vicepresidente Janev tremavano le mani? “Sì. Ero seduta nelle prime file. Tutti loro avevano un brutto aspetto. Si capiva che non ce l’avrebbero mai fatta. Quei signori apparivano come vecchi, stanchi, impauriti, malati. Mi facevano pena”.
C’era un carro armato parcheggiato davanti al palazzo dove si tenne la conferenza stampa. Non era preoccupata? “L’avevo visto, ma non avevo paura”. Quindi, non pensava a cosa i golpisti le avrebbero potuto fare. “Nemmeno un secondo. Sapevo che non mi sarebbe successo nulla”. Lei gridò in faccia a Janaev se si rendeva conto di aver compiuto un colpo di Stato. “Ripeto quella gente non aveva alcuna chance di vincere. Ma facciamo per un attimo l’ipotesi che per una qualche ragione ce l’avessero fatta. Il risultato sarebbe stato che la fine dell’Urss sarebbe stata molto sanguinosa, con perdite umani pesantissime, e dagli esiti estremamente imprevedibili per tutti”.
Cosa pensa di Gorbaciov, che recentemente ha finalmente ammesso di aver saputo dal presidente USA Bush dell’imminente golpe con un mese di anticipo, e del crollo dell’Urss? “Ho sentimenti misti verso di lui, che sarebbe potuto diventare un vero eroe se fosse riuscito a trasformare un Paese morente in qualcosa di un’altra dimensione. Ma Gorbaciov non aveva qualità sufficienti. Non sono d’accordo con il grande significato che gli si attribuisce in Occidente. Comunque, mi sento di dirgli grazie per quello che ha fatto. Non mi è mai dispiaciuto nemmeno un secondo che l’Urss sia crollata. Sono felice che sia riemersa la Russia”. Eltsin è stato il vero fondatore della democrazia in Russia? “Ma certo. Ha fatto il possibile. Esistono nel mondo varie forme di democrazia. Come essa da noi si svilupperà lo vedremo in futuro”.
Giuseppe D’Amato
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