«L’hanno deturpata, sconsacrata, ridotta in una fabbrica. Ma alla fine la fede ha prevalso sull’ideologia comunista. La storia della Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Mosca è una storia di sofferenza e redenzione. Esempio sublime di stile neogotico, la Cattedrale ha attraversato il Novecento assieme al popolo cristiano della Russia. Una storia straordinaria che è stata ricordata dall’Inviato del Papa, il cardinale Jozef Tomko, nella celebrazione per il centenario della Consacrazione.
Una Messa celebrata con vescovi e sacerdoti russi, ma anche provenienti dalla Bielorussia, dal Kazakhistan, dalla Lituania, dalla Polonia e dagli Stati Uniti. Ecco la riflessione del porporato sull’importanza di questo centenario, raccolta da Andrei Tarasov:
“Una storia che rispecchia quella della Chiesa nell’Unione Sovietica. E’ una storia commovente di 100 anni, anche se la cattedrale non è stata usata per tutto il secolo ma solo per 50 anni. La Messa si celebrava fuori, sulle scale, anche d’inverno, per affermare visibilmente il desiderio ed il diritto dei fedeli ad averla. Queste sono cose commoventi, che riguardano la professione della fede da parte di questo popolo. Un popolo che esprime la propria fede non solo con la testa ma anche con il cuore”.
La Cattedrale dedicata a Maria fu la prima chiesa cattolica di Mosca ad essere chiusa dai bolscevichi. Era il 1937: il parroco fu fucilato, i fedeli perseguitati. Seguì un inverno di oltre 50 anni che non riuscì però a spegnere la luce della fede in Cristo. Caduto il comunismo, i cattolici moscoviti dovettero aspettare fino al 1999 per la nuova consacrazione dell’edificio. Da allora, è tornato ad essere il cuore pulsante della comunità cattolica a Mosca. D’altro canto, il cardinale Tomko sottolinea che questo centenario non guarda solo al passato, ma è un segno di speranza per il futuro della Chiesa russa:
“Anche la giovane Chiesa russa sta crescendo. E’ importante che questa trovi espressione ed abbia le sue vocazioni”.
In questo centesimo anniversario, tornano alla memoria le parole che l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, pronunciò commosso al momento della restituzione della Cattedrale ai suoi fedeli: “Anche a Mosca, che nel periodo sovietico è stata considerata la capitale dell’ateismo, l’ultima parola è quella di Dio”».
Alessandro Gisotti – Radio Vaticana
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