Nizza: Freddo vertice Ue-Russia – autunno 2008

25 Aug 2009

 Nizza. Il tiepido sole della Costa azzurra ha aiutato a scongelare i rapporti euro-russi. Il nuovo motto coniato sul Vara è “dialogo nel disaccordo e nelle differenze”. I due poli continentali hanno compreso che questo non è proprio il momento per continuare a litigare. Con il passaggio di potere alla presidenza negli Stati Uniti e con questa gravissima crisi finanziario – economica da affrontare il vento è davvero cambiato. Bruxelles e Mosca si riavvicinano. Primo: riprendono i negoziati per il rinnovo del Trattato strategico bilaterale decennale, scaduto un anno fa. Secondo: si accordano per evitare passi unilaterali in attesa – probabilmente a metà del 2009 – di una conferenza internazionale sulla sicurezza nel Vecchio continente, in America settentrionale ed in Russia. Terzo: concordano posizioni simili per il G-20 di oggi a Washington, proponendo la definizione di un’agenda precisa di impegni per giungere alla riforma delle istituzioni finanziarie mondiali. I partner statunitensi sono avvertiti: Unione europea e Russia spingono per ottenere posizioni migliori nei futuri organismi che gestiranno il globo nel XXI secolo e non si accontenteranno di semplici promesse.

 A Nizza Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell’Ue, si è sforzato di segnalare tutto ciò che unisce i due Poli continentali. “I negoziati per il Trattato decennale – ha sottolineato il capo dell’Eliseo – non sono stati congelati o fermati in estate, ma semplicemente rimandati”. Le diplomazie stanno lavorando per superare le incomprensioni sulla questione georgiana e per porre le basi per un vero confronto a Ginevra. La Russia, però, continua a riconoscere a metà l’integrità di Tbilisi, quindi senza Ossezia meridionale ed Abkhazia.

 Inattesa è la svolta in materia di architettura militare e di sicurezza. Il presidente Medvedev ha girato il coltello nella piaga, rimarcando che gli Stati Uniti si sono accordati con Varsavia e Praga per dislocare il loro Scudo spaziale in Polonia e Repubblica ceca senza che questi due nuovi membri Ue avessero avvertito o concordato a loro volta questa scelta con i Ventisette. Bruxelles avrebbe semplicemente subito decisioni altrui. Adesso, però, con la nuova Amministrazione Obama le cose sono diverse e si può tornare indietro. E’ la fine dell’unilateralismo Usa e l’inizio di un’era multilaterale.

 Il leader del Cremlino ha lasciato intendere che Mosca “reagirà”, ma non farà la prima mossa, ad esempio posizionare missili sul Baltico. Con il prezzo delle materie prime in caduta libera la Russia non può certo permettersi di tirare la corda.

 Analoghe considerazioni giungono dalla Commissione europea. Nei giorni scorsi Barroso ha invitato i membri Ue ex satelliti del Cremlino filo-Usa a mutare atteggiamento, tentando di superare i loro storici problemi irrisolti con Mosca. Strategicamente, con il Medio oriente sempre in fermento e la Cina comunque un futuro punto interrogativo, l’Unione non può permettersi il lusso di non avere buoni rapporti con il Paese che le garantisce un quarto delle forniture energetiche.

 Due ultime considerazioni. La drammatica situazione, creatasi in Caucaso in estate, ha dimostrato l’urgente necessità di una seria riforma politica dell’Ue. Senza le iniziative di mediazione di Sarkozy e le sue indubbie capacità un conflitto locale avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di molto più grave. Medvedev, invece, proseguirà nella sua linea di avvicinamento a vecchi e nuovi partner anti-occidentali.

 

Novembre 2008

 

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