Il potere dei Giochi olimpici! In un colpo solo Vladimir Putin elimina tutti i problemi connessi con i “prigionieri politici”, come vengono chiamati dall’opposizione i vari Khodorkovsky, Pussy Riots, i manifestanti anti-Cremlino del Bolotnoe del maggio 2012.
Nemmeno il più bravo analista del leader russo avrebbe potuto immaginare scelte tanto audaci.
La dinamica della liberazione di Michail Khodorkovsky è roba da gialli sulle spie della Guerra Fredda. Nell’arco di meno di ventiquattro ore dall’annuncio della grazia concessa dal Cremlino, l’ex oligarca è stato di fatto sparire dalla colonia penale in Carelia, mentre decine di giornalisti lo attendevano all’esterno. Poi, con in mano il passaporto per l’estero – con tanto di visto tedesco sopra -, è stato messo di corsa su un aeroplano e spedito, come fanno di solito i bravi figli, dalla mamma ammalata.
Tanti, forse troppi, sono i misteri che avvolgono questo clamoroso “lieto fine” nel giorno in cui la Russia celebra la giornata dei “cecchisti”, ossia degli uomini dei “servizi”, l’ex Kgb. Il primo: Khodorkovsky ha scritto la lettera per la grazia in piena libertà? Il secondo: quali sono le vere condizioni per il rilascio? Il terzo: è vero che le autorità giudiziarie avevano nuovi documenti per iniziare il terzo procedimento contro di lui?
L’averlo messo su un aereo e mandato all’estero significa che l’ex oligarca probabilmente non tornerà più in Patria a breve. Putin non vuole farsi rubare la scena proprio ora.
Adesso che al Cremlino intonano la versione nazionale della canzone napoletana “Chi ha avuto, ha avuto! Scordiamoci il passato”, come si fa ad accusare Putin di essere un autocrate, se non un “tiranno” come gridava l’opposizione in piazza soltanto venti mesi fa?
L’ex ufficiale del Kgb indossa oggi i panni dello “zar illuminato”, del “padre buono” che protegge la sua famiglia dai pericoli della società moderna, dai valori non tradizionali in arrivo dall’Occidente.
E con questi panni, freschi di lavanderia, si appresta a fare le veci del padrone di casa all’edizione invernale dei Giochi olimpici, un evento atteso in Russia da decenni. Il precedente moscovita del 1980, con il boicottaggio occidentale per l’intervento in Afghanistan ai tempi di Brezhnev, brucia ancora sulla pelle delle generazioni più anziane.
Ecco la ragione di tali scelte sullo scenario interno, associate con il rilancio dell’immagine del Paese sulla scena internazionale: leggasi Siria, Iran, Ucraina.
A Mosca i dissidenti e l’opposizione sono contenti per la fine dei tanti casi “politici”, Khodorkovsky su tutti.
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