Alle 12 in punto Vladimir Putin
– per la 15esima volta da quando è presidente – si è presentato davanti a 1895 giornalisti
accreditati. Una settantina sono state le risposte date in una maratona
estenuante durata 4 ore e 19 minuti. Il piglio è stato quello di sempre.
Gli argomenti più interessanti hanno
riguardato l’Ucraina, la questione
del gas, la crisi in Libia, i rapporti con Cina e con gli Stati Uniti, la squalifica per doping
comminata alla Russia dello sport per 4 anni.
Sul nodo
ucraino Vladimir Putin ha ribadito che Mosca appoggia in pieno gli accordi
di pace di Minsk 2015. Essi non
vanno cambiati, altrimenti si sancisce la fine del processo di pace. Il capo
del Cremlino ha elencato i passi che bisogna ora seguire per arrivare alla
normalizzazione in Donbass. “Servono colloqui diretti” tra Kiev e le due
repubbliche “popolari” filo-russe, quindi elezioni dopo che verrà concesso loro
uno status speciale. Il Cremlino, è stato ribadito, non ha propri uomini o
mezzi in Ucraina orientale.
Per quanta riguarda la spinosissima questione del gas, si è compreso, che
Mosca e Kiev sono su posizioni distanti. Il 31 dicembre scade il contratto per il transito del gas russo
sul territorio ucraino verso l’Europa. Si rischia una guerra del gas come nel
2006 e nel 2009 con il blocco delle forniture all’Unione europea. Insomma un bel
mal di pancia per Capodanno!
“Con
la Cina non abbiamo un’alleanza militare – ha rimarcato Putin
– e non abbiamo nemmeno intenzione di crearla. Pechino ha la capacità di
costruire un suo Scudo difensivo anti-missilistico, ma con il nostro aiuto
impiegherà meno tempo. Questa situazione aumenterà le capacità della Cina di
difendersi”. Con gli Stati Uniti,
invece, – fino alle presidenziali del novembre 2020 – non si possono fare
programmi. La Russia è pronta a firmare l’estensione del trattato Start (sulla riduzione degli arsenali) oltre il 2021. “Non
abbiamo, però, – ha evidenziato il presidente russo – ricevuto ancora risposta.
E ciò significa che “non c’è nulla che possa fermare una nuova corsa agli
armamenti”. Sulla Libia Mosca è in
contatto con entrambi i contendenti. Serve trovare una soluzione politica e finire
lo scontro militare.
Per quanto riguarda il doping nello sport e la squalifica alla
Russia il Wada (l’Agenzia anti-doping internazionale) non può condannare due
volte per uno stesso reato. La salma di
Vladimir Lenin “rimarrà” nel mausoleo sulla piazza Rossa: “meglio pensare
al futuro”, ha aggiunto il presidente. Sulle problematiche costituzionali – forse in futuro – vi sarà una
modifica per i due mandati presidenziali “consecutivi”. Cosa significa ciò in tanti se lo sono domandati.
Vladimir Putin ha lasciato la sala e la Russia con questo dubbio: cosa
succederà dopo il 2024? Putin, alla fine del suo quarto mandato, lascerà il
Cremlino? Oppure assisteremo ad uno scambio con qualche “delfino”?
Gda
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.
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