Euro 2012 – Sochi 2014 – World Cup 2018, Sport


 Nel mare increspato continentale è la sorprendente Polonia ad apparire come un’isola di stabilità. La sua economia ha affrontato la crisi nettamente meglio di quanto hanno fatto quelle della cosiddetta “nuova Europa”.

 Se si segue il flusso di capitali dall’estero in entrata si capisce il perché. Solo nel primo trimestre 2010 il numero di investimenti diretti stranieri è stato di 132 con un aumento sull’analogo periodo del 2009 del 70%. Varsavia è anche la principale beneficiaria dei fondi Ue (tra cui fondi di coesione, fondi per l’agricoltura e fondi per la pesca). Tra il 2007 ed il 2013 ha ricevuto o otterrà ben 81,2 miliardi di euro, una somma pari all’incirca al 3,3% del Pil annuale.

 Le ragioni di un tale imponente sforzo continentale hanno anche ragioni storiche e geopolitiche non solo economiche. Alla fine della Seconda guerra mondiale il Paese slavo fu abbandonato al suo destino dagli occidentali. Si è voluto ora, in qualche modo, saldare un debito morale e premiare i meriti conquistati nella caduta della Cortina di ferro. Una Polonia forte e ricca è una garanzia per l’area centro-orientale e la completa saturazione di antiche ferite coi vicini.

 A parte queste considerazioni, fare business a Varsavia è conveniente. Le classifiche specifiche e i dati sono chiari: il tasso di corruzione è basso, quello del rischio è più che rassicurante, quello della libertà economica nella media. Le esenzioni fiscali, definite di concerto con Bruxelles, richiamano dall’estero investitori, che, però, devono impegnarsi per assumere personale locale e mantenere i posti di lavoro per almeno 5 anni. Automative, biotecnologie, agricoltura ed infrastrutture sono alcuni dei comparti più in crescita.

 Varsavia ha oggi, quindi, l’occasione di ammodernare definitivamente il Paese, uscito prostrato dal periodo comunista, e sta sfruttando al meglio l’occasione. I campionati europei di calcio del 2012 metteranno in vetrina i risultati di questo intenso lavoro e potrebbero essere un ulteriore volano per l’economia nazionale se il comparto turistico inizierà a tirare come molti operatori sperano. Gli aeroporti ed i complessi alberghieri sono stati rimessi in ordine o costruiti, mentre il tallone d’Achille restano le strade.

 I fondamentali polacchi sono soddisfacenti. Se nel 2007 il Pil è cresciuto del 6,8% per poi crollare nel 2009 a +1,7, nel 2010 l’aumento è previsto nell’ordine del 2,5-2,8%. Durante la crisi finanziaria del 2008 lo zloty è stato svalutato – salvo poi recuperare posizioni -, mentre le banche nazionali avevano pochi asset tossici.

 L’ultima preoccupazione in ordine di tempo è il troppo rapido deprezzamento dell’euro a cui Varsavia ha collegato lo zloty. Aderire alla moneta unica era ormai un obiettivo prossimo tacitamente fissato per il 2012-2013, ossia al termine dell’operazione di rilancio del Paese pianificata nel 2000-2004. L’opinione pubblica ha finora assistito a polemici scontri tra specialisti e politici, con i conservatori fortemente contrari alla cessione di parte della sovranità nazionale a Francoforte. Ma aderire alla valuta continentale significa entrare con tutti e due i piedi nell’Europa del XXI secolo.

 Avere i conti in ordine ed un’economia moderna pronta a competere nel mondo globalizzato sono requisiti essenziali, anche per contare nell’Unione europea. L’importante è essere pronti alla realtà post-2013, quando la pioggia di fondi Ue terminerà. Se nel frattempo si è costruito bene non ci saranno timori per il futuro, altrimenti torneranno i vecchi mal di pancia passati.

Giuseppe D’Amato

 

 Peggio di così nemmeno negli incubi più terribili. La Russia olimpica ha collezionato figuracce in serie a Vancouver. Per la prima volta dopo 46 anni rappresentanti di Mosca non hanno vinto l’oro nella danza a coppie sul ghiaccio. Lo “zar” dei palazzetti, Evghenij Plushenko, è arrivato soltanto secondo nell’individuale. Nell’ultimo triennio questo biondino slanciato e dalla battuta pronta è diventato più una “stella” superpagata della televisione che uno sportivo affamato di competizioni. Nel biathlon e nello sci di fondo dei russi non c’è traccia, come se questi si siano persi nei boschi della British Columbia.

 L’enorme gigante slavo, già prostrato da una dura recessione economica condita da un’inattesa crisi psicologica tra la gente, è rimasto attonito. Le Olimpiadi invernali sono per i russi come i mondiali di calcio per gli italiani. “E’ il destino!” il tipico commento fatalista dell’uomo della strada, inviperito per le notizie d’oltreoceano.

 “Vinciamo 31 medaglie, di cui 11 d’oro”, aveva bellamente preannunciato il capo della Federazione Olimpica, Leonid Tjagaciov, due giorni prima dell’inizio delle gare. I parlamentari russi sono furiosi e hanno invitato lui ed il ministro dello sport Vitalij Mutko ad andarli a trovare alla Duma. La data dell’audizione è stata fissata ed alcuni partiti chiedono la loro testa. In altri tempi un lungo soggiorno in Siberia non glielo levava nessuno.

 Nella giornata di chiusura il presidente Medvedev aveva in programma un viaggio a Vancouver per prendere il testimone per Soci, sede delle prossime Olimpiadi nel 2014. Invece forfait. Il governo federale ha tagliato pesantemente il budget dello Stato per il 2010, ma i fondi per i Giochi… quelli no. La valanga di petro-rubli, per mostrare al mondo il volto nuovo della Russia post sovietica, non è stata nemmeno sfiorata dalla crisi. Dopo il disastro di Vancouver la Corte dei conti vuole mettere il naso nel superbilancio per Soci. Dopo le debacle sportive quelle per le infrastrutture non all’altezza?

 In Canada “Casa Russia” è stata forse la più elegante. Non si è badato a spese. Oltre a luculliani banchetti offerti, sono stati portati cantanti e ballerini per mitigare la nostalgia per la Patria lontana. “Ma dove sono gli sportivi?” – si è domandato un giornalista di una tivù non schierata col potere. – “Abbiamo visto soltanto funzionari, deputati e pezzi grossi”.

 Giovedì 25 febbraio, il colpo definitivo: 7-3 contro gli eterni avversari canadesi. E’ stata la delusione che probabilmente ha fatto cadere le braccia a Medvedev, ma non all’indomito Putin, che ha invitato il Paese a tirarsi su di morale. “Nel 2014 andrà meglio”, il messaggio. La settimana prima contro la Slovacchia di hockey per la Russia è stata una “Corea”. E pensare che davanti alla sede della Federazione di hockey canadese a Toronto fa bella mostra una targa in cui si ricorda un’epica vittoria della nazionale locale contro quelli che un tempo erano considerati i mostri sovietici. Correva voce addirittura che quegli “orsi” imbattibili sui pattini avessero i bastoni più lunghi del consentito.

 “La nazionale russa più scarsa della storia”, scrivono alcuni giornali. “Perlomeno abbiamo vinto la medaglia d’oro delle giustificazioni”, osserva Ajder Muzhdabaev su “Mk”. La più originale è stata che “laggiù fa troppo caldo per noi!” Il magnate Prokhorov è presidente della Federazione di biathlon e da poco ha acquistato la squadra di basket dei New Jersey Nets, da lui ritenuta possibile pretendente al titolo Nba. “Bravo, signor oligarca – sottolinea ironicamente Muzhdabaev -. Ma non si poteva tanto per iniziare, prima di realizzare i suoi incredibili piani napoleonici, vincere perlomeno una medaglietta nel biathlon?”. “Siamo nelle mani di dilettanti – sbraita amaramente l’anziano Aleksandr Tikhonov, il biathlonista più vincente della storia, una leggenda vivente con 4 ori olimpici -. Se riescono a disperdere la nostra scuola bisognerà tagliargli la testa”. Nei prossimi mesi in Russia è prevista tempesta. Ma non è quella atmosferica!

 Vancouver 2010

Russia

3 ori 5 argenti 7 bronzi
Polonia 1 3 2
Italia 1 1 3
Bielorussia 1 1 1
Lettonia 0 2 0

 

Официальный “медальный план” российских олимпийцев на зимних Играх в Ванкувере-2010 предполагает выигрыш 31 медали, из которых 11 золотых. Однако ничего не идет по плану. Впервые почти за полвека даже фигуристы не выиграли соревнования спортивных пар на Олимпиаде.

МК – Айдер Муждабаев

статья

ЛДПР потребует отставки главы Олимпийского комитета РФ Леонида Тягачева, а также министра спорта, туризма и молодежной политики Виталия Мутко из-за провала в Ванкувере. 28 февраля в Канаду должен прибыть президент РФ Дмитрий Медведев. Через четыре года Россия будет проводить Олимпиаду в Сочи. В Турине Россия заняла четвертое место в общекомандном зачете, а в Солт-Лейк-Сити – пятое. В 2006 г. российские спортсмены увезли из Италии восемь золотых, шесть серебряных и шесть бронзовых медалей.

статья

Кто виноват?

Президент России Дмитрий Медведев подвел итоги выступления сборной в Ванкувере. На встрече с руководством партии «Единая Россия» он заявил, что чиновники, которые были ответственными за подготовку олимпийской команды к Играм, должны уйти в отставку. «Тот, кто нес ответственность за подготовку к Олимпиаде, должен нести ответственность и сейчас, – отметил глава государства. – Ответственные лица должны будут принять мужественное решение и написать заявления. Если не смогут, мы им поможем».

статья НГ – 2.03.2010

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