Dopo lo “spirito di Lubiana” del 2001 con George W. Bush, adesso è venuto il momento della giusta “chimica” e del “dialogo lavorativo” con Donald Trump.
Vladimir Putin è apparso più padrone della scena del collega americano, troppo preoccupato di fare passi falsi e di ingigantire ulteriormente il pericolosissimo per lui “Russiagate”.
Al G20 di Amburgo russi ed americani hanno iniziato una specie di politica reciproca dei piccoli passi per uscire dal presente empasse. Vladimir Putin e Donald Trump hanno tremendamente bisogno l’uno dell’altro e non possono permettersi di perdere altro tempo.
Il russo per far uscire il suo Paese dall’isolamento internazionale post annessione della Crimea e per vincere in carrozza le presidenziali di marzo 2018; l’americano per rilanciare la sua leadership, all’apparenza appannata, in Occidente e di conseguenza avere dei benefici sul fronte interno.
Così i primi passi significativi insieme sono stati il cessate il fuoco in Siria e l’apertura di canali diretti su Ucraina e sicurezza informatica. Chiaramente tutto era già stato accuratamente preparato in precedenza dagli sherpa e i due leader hanno soltanto dato il definitivo placet.
Molto più importante era, invece, mettere le basi di un solido rapporto personale, che potrebbe influenzare gli scenari globali perlomeno per i prossimi tre anni e mezzo.
Non ci si faccia, tuttavia, troppe illusioni. Oggi, rispetto ad allora, la situazione è decisamente molto più intricata con l’orso russo che ha tirato fuori gli artigli per difendere i propri interessi strategici, con la potenza americana in ritirata e con l’emergere di nuove realtà regionali.
gda
Vladimir Putin è certamente il convitato di pietra al G7 di Taormina. Diverse sono le ragioni di tale situazione e queste non dipendono soltanto dalla missiva, consegnata a Sochi una decina di giorni fa al premier Gentiloni, da recapitare ai colleghi del club dei Paesi più ricchi del mondo. Senza l’ausilio russo, è bene non dimenticarsi, non ci possono essere a breve la stabilizzazione del Medio Oriente, una valida lotta al terrorismo internazionale, la completa sicurezza nucleare.
Ma non solo: è soprattutto l’intero Vecchio Continente a rischiare di perdere quell’equilibrio, che ha permesso di vivere sette decenni in pace. In una nota del ministero degli Esteri federale, Mosca afferma che le cause di questa complessa realtà sono “il risultato diretto della linea distruttiva scelta” dall’Alleanza atlantica, che mira ad “ottenere una spregiudicata supremazia politica e militare negli affari europei e mondiali”.
L’invito a fermarsi “prima che sia troppo tardi” della diplomazia federale è ribadito senza giri di parole, anche perché certe “dinamiche tipiche dell’era dello scontro” non portano da nessuna parte. La Russia è dispiaciuta dell’“aumento di truppe” e della costruzione di nuove “infrastrutture” dell’Alleanza atlantica sul suo fianco orientale. Tali scelte, confermate al summit Nato di Varsavia dell’estate scorsa, sono “un’erosione” dei principi espressi nell’Atto Fondativo del rapporto tra Mosca e Bruxelles del 27 maggio 1997. Secondo i russi il primo pericolo che si corre ora è ricominciare la “gara degli armamenti”.
Stando ai diplomatici federali, “il desiderio dell’Alleanza Atlantica di mostrare la necessità della propria esistenza, gonfiando il mito della ‘minaccia dall’est’, ostacola l’unione e gli sforzi dei Paesi nella lotta contro le sfide comuni”. Nel documento si aggiunge anche che “la cosa importante è rendersi conto della realtà e comprendere in modo depoliticizzato i processi moderni, guardando oltre all’orizzonte dell’oggi, non solo negli interessi del ‘club dei Paesi eletti’ ma di tutti i popoli dell’Europa senza eccezioni”.
Non una sola parola viene proferita sulla crisi ucraina, scoppiata nell’autunno 2013, causa della sospensione della Russia dall’allora G8 e delle successive sanzioni politiche ed economiche occidentali. Come si ricorderà, il Cremlino “riunì” la penisola della Crimea – allora territorio sotto la sovranità di Kiev – alla Madrepatria nel marzo 2014. Inoltre non si riesce a far applicare dai separatisti filo-moscoviti gli accordi di Minsk (firmati da Mosca nel febbraio 2015) per la pace in Donbass e Lugansk, dove, nel frattempo, sono morte più di 10mila persone e sono fuggiti quasi 3 milioni di abitanti.
I tempi, però, sono cambiati a livello internazionale. Per i russi, con l’insediamento di Donald Trump alla Casa bianca, è venuto il momento del riavvicinamento all’Occidente e della fine delle sanzioni. Il mondo contemporaneo con le sue sfide globalizzanti non permette una Seconda guerra fredda.
Gda
Vladimir Putin rompe gli indugi e passa, come suo stile, al contrattacco, in un momento in cui si stanno definendo nuovi equilibri internazionali. Il Cremlino ha annunciato un suo inatteso viaggio a Parigi, il 29 maggio, ufficialmente per una mostra, in realtà per incontrare il neocapo dell’Eliseo, Emanuel Macron. La Francia fa parte del Quartetto che negozia la soluzione della crisi ucraina e da lei molto dipenderà la futura politica europea.
Con gli Stati Uniti le relazioni tardano a rilanciarsi. La paura è che la guerriglia contro il presidente Donald Trump possa continuare per tutto il suo mandato. Urgono, però, scelte per rilanciare le relazioni bilaterali ed accordarsi sul Medio Oriente.
Gda
Европейский союз (ЕС) отмечает 60-ю годовщину первых Римских договоров… Мне здесь хотелось бы еще раз вернуться к функциям, которые выполняет ЕС, а они часто забываются. Во-первых, это — антифашистское сообщество.
Во-вторых, он является противовесом опасным националистам, которые всегда сталкиваются между собой…пора определенным российским кругам смириться с тем, что появился новый серьезный партнер — конкурент в Старом Свете. Но конкурент не враждебный!…После падения Берлинской стены выросли поколения, которые знают только единую Европу без границ и единую монету, то есть евро. Их называют «поколением Эразмуса» (название, произошедшее от успешной университетской интеграционной программы ЕС)…
Статья – Джузеппе Д’Амато “Московский комсомолец” №27354 от 25 марта 2017 Giuseppe D’Amato Moskovskij Komsomolets
Нравится или нет, но Барак Обама войдет в историю США как победитель. Он стал не только первым чернокожим президентом Америки, но и вытащил ее из сложного финансового положения, гарантируя в будущем лидерство в мире….
Статья – Джузеппе Д’Амато Московский комсомолец №27304 от 21 января 2017 Giuseppe D’Amato Moskovskij Komsomolets
Con l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia Mosca si trova sempre più immischiata nella palude mediorientale. Ma nell’autunno 2015 si pensava ad un intervento rapido, tanto che il 14 marzo 2016 Putin ha annunciato che gli obiettivi in Siria erano stati raggiunti, pertanto era incominciato il ritiro.
La ragione di questa fretta era che il Cremlino non intendeva impantanarsi in una realtà così complessa. La Siria era una specie di merce di scambio per ottenere benefici in Ucraina; ed i vantaggi geopolitici erano a breve termine.
La realtà, però, si sta rivelando diversa. I governativi di Assad sono militarmente più deboli di quanto si pensasse. La seconda caduta nelle mani dell’Isis di Palmira non lascia intravvedere nulla di buono in prospettiva futura.
Per la prima volta la Russia si trova a combattere una guerra lontana dai confini nazionali, dove la continuità territoriale non conta. Per raggiungere la Siria, le navi devono transitare per il Bosforo e con la Turchia i rapporti sono difficili. Per di più storicamente Mosca ha sempre sostenuto i curdi. L’Iran, che si sta riappacificando con l’Occidente, ha permesso per poche giornate l’uso delle basi aeree da parte dell’aviazione federale. Sul fronte terrorista si rischia una nuova stagione di attentati terroristici, se i foreign fighters dovessero lasciare il Medio Oriente.
Sui costi dell’operazione le versioni sono contrastanti, ma essi incidono comunque sul bilancio militare, che ha un forte peso sul sofferente budget statale. Per il pareggio di bilancio serve la quotazione di 69 dollari al barile. Uno dei due fondi di riserva si estinguerà tra 11 mesi.
All’Ue non conviene che la Russia si impantani del tutto in Siria, dove, comunque, fronteggia forze terroristiche. Una Russia troppo debole al suo interno, storicamente, è fonte di instabilità per l’intero Vecchio Continente.
gda
Today, President Obama authorized a number of actions in response to the Russian government’s aggressive harassment of U.S. officials and cyber operations aimed at the U.S. election in 2016. Russia’s cyber activities were intended to influence the election, erode faith in U.S. democratic institutions, sow doubt about the integrity of our electoral process, and undermine confidence in the institutions of the U.S. government. These actions are unacceptable and will not be tolerated.
Sanctioning Malicious Russian Cyber Activity; Responding to Russian Harassment of U.S. Personnel; Raising Awareness About Russian Malicious Cyber Activity.
Complete Document – The White House.
… “Стороны отработают совместные действия по обороне кораблей на якорной стоянке, действия по поиску, спасению и конвоированию судов, освобождению захваченного судна, обнаружению и опознаванию целей совместной ПВО“, – сообщил представитель пресс-службы Восточного военного округа по Тихоокеанскому флоту Владимир Матвеев.
Во время учений планируется также нанести совместные ракетно-артиллерийские удары по морским целям, а затем осуществить совместную высадку морского и воздушного десантов на условно захваченный остров…
Deutsche Welle 12.09.2016
“The Warsaw summit is of breakthrough significance. Our message to NATO from the very beginning was clear: in the face of the changing situation in the security environment in our part of the world, in Central and Eastern Europe it is necessary to strengthen the presence and potential of NATO,” President Andrzej Duda has said an interview ahead of a Warsaw summit of the military alliance. “We have said from the outset that there is a need to strengthen the Baltic states and strengthen Poland in these terms through the presence of NATO forces in nations in Central and Eastern Europe.”
Asked if four battalions of a thousand soldiers each in Poland and the Baltic countries would be enough to deter Russia, Duda said: “This is above all a clear signal what the intentions of the Alliance are. “It is above all a clear signal that the Alliance is tightly-knit, that the Alliance is effective, that the Alliance is able to make decisions and, above all, that it is cohesive, it is together, that it shows solidarity, that we are reacting to what is happening…
“One thing is the most important: that anyone who carries out an act of aggression on a country in which there are NATO troops will at the same time be carrying out an act of aggression on all countries.”
“The security situation in Europe has significantly deteriorated,” Mrs Angela Merkel told the German parliament. “Russia’s actions have deeply disturbed our eastern allies. They therefore require clear reassurance from the alliance.” NATO is expected to approve plans to send four combat battalions of around 1,000 troops to each of Poland, Lithuania, Latvia and Estonia at the Warsaw summit. “If international law and the basic principle of the inviolability of borders are put in question by word and deed, then of course trust is lost,” Mrs Merkel said.
Secretary General Jens Stoltenberg said Allied leaders will take key decisions to strengthen the Alliance’s defence and deterrence and project stability beyond NATO’s borders.
Since the Alliance’s last summit in September 2014 in Wales, NATO has implemented the biggest reinforcement of its collective defence since the Cold War. “We delivered a faster, a stronger, and a more ready Alliance”, Mr Stoltenberg told a press conference at NATO headquarters. “We now need to take the next steps. So at our Summit in Warsaw, we will agree to further enhance our military presence in the eastern part of the Alliance.”
The Secretary General said that Allied leaders will agree to deploy four robust, multinational battalions to Estonia, Latvia, Lithuania and Poland. Further efforts to strengthen the Alliance’s deterrence and defence include a tailored presence in the south-east, based on a multinational brigade in Romania and steps to improve cyber-defence, civil preparedness and the ability to defend against ballistic missile attacks.
The US wants other members in the alliance to share the burden of military spending. NATO wants its members to try to spend 2 percent of their GDP on defense. Many members will want to revise this system in Warsaw as it does not reflect the contribution of each country
Mr Stoltenberg said preparations for holding another meeting of the NATO-Russia Council shortly after the Warsaw Summit are ongoing. “We remain open to dialogue with Russia. The NATO-Russia Council has an important role to play as a forum for dialogue and information exchange, to reduce tensions and increase predictability,” Stoltenberg said.
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.