Russia


«Европа, точнее, старая Европа, подыхает. Потихонечку, но обязательно. Я узнал об этом впервые, будучи студентом и владея русским языком уже достаточно хорошо, чтобы читать “Правду” и другие советские газеты…

И все-таки Европу уже никто не спасет. Во всяком случае так говорят мои нынешние русские знакомые, которые не раз совершали туры в Шенгенскую зону. Говорят, что вслед за Советским Союзом старуха-Европа переживает предсмертный застой. Беззубая прабабушка болеет — и слишком большим терпением к секс-меньшинствам, и слишком педантичной политкорректностью… Бюргерам, короче, скоро капут…

Давайте посмотрим на этот бюргерский беспредел русскими глазами…»

Штефан Шолль  статья  Московский Комсомолец № 25500 от 16 ноября 2010 г.

Stefan Scholl Moskovskij Komsomolets

 Primi passi concreti verso un mondo più sicuro. Gli ex nemici della Guerra Fredda iniziano seriamente a collaborare tra loro. L’intesa politica tra Nato e Russia si appoggia principalmente su due elementi: sviluppo comune di un mini-Scudo regionale; aiuto nel disinnescare la mina afghana.

 Ma prima la nuova Concezione strategica della Nato la cui definizione – come ha candidamente ammesso in conferenza stampa a Lisbona il presidente Medvedev – Mosca ha seguito nei mesi scorsi con estrema “attenzione”. Nel documento si legge che l’Alleanza atlantica “non rappresenta una minaccia per la Russia”, anzi “cerca con lei cooperazione”. Questa collaborazione è “strategicamente importante, poiché contribuisce alla creazione di un comune spazio di pace, stabilità e sicurezza”.

 Il capo del Cremlino ha dichiarato che complessivamente nella Concezione strategica della Nato si esprimono bene i nuovi rapporti con il suo Paese. La speranza russa è che questo momento positivo nelle relazioni Est – Ovest non sia un semplice “venticello” passeggero come già avvenuto in altre occasioni in passato.

 Ecco perché Mosca ha accettato le offerte occidentali di cooperazione, ma non si fida più di tanto. La principale preoccupazione è rappresentata dalla complessa ratifica dello Start da parte del Senato Usa. “Faremo le cose in maniera simmetrica”, ha ammonito Medvedev, che ha sottolineato come il mancato voto favorevole al trattato dei parlamentari statunitense “non renderà il mondo più sicuro”.

 Veniamo al mini-Scudo. Ormai non si parla più, come ai tempi di Bush, di Scudo spaziale strategico, quello per intenderci contro i vettori a lungo raggio, ma di difese anti-missilistiche regionali contro minacce portate da piccola e media distanza. La Nato ha inviato a Mosca, alcune settimane fa, i suoi esperti per definire tecnicamente come unire il proprio sistema con quello russo. Nei prossimi mesi il lavoro proseguirà con ufficialmente la benedizione del duo Medvedev-Putin.

 Le cose non vanno troppo bene in Afghanistan, dove, da anni, la Nato sta levando le castagne dal fuoco alle repubbliche ex sovietiche. Anche durante le settimane più oscure della crisi tra Bush ed il Cremlino la Russia non ha mai cancellato il permesso di transito di materiale logistico alleato verso l’Asia centrale.

 Invero Mosca da quelle terre sfortunate non ha mai distolto l’attenzione. Ad iniziare dall’autunno ’96 dopo che i talebani presero il potere a Kabul. Il Cremlino convocò una riunione d’emergenza delle repubbliche ex Urss asiatiche per organizzare la difesa dello spazio ex sovietico. I successivi attacchi islamici in Tagikistan, Kirghizistan ed Uzbekistan e le infiltrazioni in Caucaso settentrionale le diedero ragione.

 Adesso che è stata annunciato l’inizio di una “exit-strategy” dall’Afghanistan dal 2011 al 2014 la preoccupazione nell’ex Urss torna a salire. Una voce, che si rincorre, è che qualcuno in Occidente pensi addirittura di ripassare il boccone avvelenato afghano al Cremlino. Medvedev ha ricordato come la situazione interna di quel Paese “rappresenta una minaccia per il mondo circostante”.

 Tornando a Lisbona, dove è stata a più riprese utilizzata la parola “partner”, i russi hanno concesso ufficialmente maggiore libertà di transito per il rientro delle truppe Nato tra il 2011 ed il 2014. Ma gli occidentali si aspettano un ruolo molto più attivo del Cremlino.

 Certo è che se la Russia vorrà rimanere una potenza regionale dovrà fare la sua parte anche nei teatri scomodi. Il problema è se l’ex superpotenza ha dentro di sé la forza morale e materiale per un tale compito.

Giuseppe D’Amato

NATO Strategic Concept.

US President Barack Obama:  the agreement “responds to the threats of our times”.

“For the first time, we have agreed to develop a missile defence capability that’s strong enough to cover all NATO European territory and populations, as well as the United States.”

The document commits NATO members “to defend one another against attack, including against new threats to the safety of our citizens”, without defining a geographical limit to its theatre of operations. The alliance would also seek to “create the conditions” for a world without nuclear weapons, but until that goal was in sight would remain a nuclear-armed organisation.

Polish President Bronislaw Komorowski called the new NATO strategic concept as  “satisfactory for Poland”.

Russia.

German Chancellor Angela Merkel: “A former military adversary is now clearly a partner.”

US President Barack Obama: “We look forward to working with Russia to build our cooperation with them in this area (anti-missile Shield) as well recognizing that we share many of the same threats.”

Ratification of the new START weapons treaty.

Obama: “Those who would block this treaty are breaking President Reagan’s rule — they want to trust, but not verify.”

* * *

From the NEW official NATO Strategic Concept.  – NATO and RUSSIA –

* PAGE 5. We will actively seek cooperation on missile defence with Russia and other Euro-Atlantic partners;

* PAGE 7-8. In any future reductions, our aim should be to seek Russian agreement to increase transparency on its nuclear weapons in Europe and relocate these weapons away from the territory of  NATO members. Any further steps must take into account the disparity with the greater Russian stockpiles of short-range nuclear weapons.

* PAGE 10 – POINT 33 NATO-Russia cooperation is of strategic importance as it contributes to

creating a common space of peace, stability and security. NATO poses no threat to Russia. On the contrary: we want to see a true strategic partnership between NATO and Russia, and we will act accordingly, with the expectation of reciprocity from Russia.

* PAGE 10 – POINT 34 The NATO-Russia relationship is based upon the goals, principles and

commitments of the NATO-Russia Founding Act and the Rome Declaration, especially regarding the respect of democratic principles and the sovereignty, independence and territorial integrity of all states in the Euro-Atlantic area. Notwithstanding differences on particular issues, we remain convinced that the security of NATO and Russia is intertwined and that a strong and constructive partnership based on mutual confidence, transparency and predictability can best serve our security. We are determined to:

• enhance the political consultations and practical cooperation with Russia in areas of shared interests, including missile defence, counter-terrorism, counter-narcotics, counter-piracy and the promotion of wider international security;

• use the full potential of the NATO-Russia Council for dialogue and joint action with Russia.

 About 40% of Russians, or almost 57 million people, drink to excess, a Health Ministry top specialist told Rossiiskaya Gazeta.

Yevgeny Bryun said the number of registered alcohol addicts in the country is about 2%, or 2.7 million people. “I mean the number of people, who are undergoing treatment,” he said in an interview with the government daily. “But all kinds of problems, I mean economic, social and family troubles, come mainly from those who just drink to excess. They constitute about 30-40% of our population.”

 Alcohol consumption in Russia per capita is currently about 18 liters a year, twice the critical norm set by the World Health Organization. The Russian government has declared an anti-alcohol campaign and aims to halve consumption by 2020 and root out illegal production and sales.

 Bryun also said that around one and a half million people are addicted to heroin in Russia, almost three times as much as the number of registered users. “Some 530 drug addicts are registered, but the total figure stands at 1.5 million, according to our estimates,” the official said.

 Many experts believe the real figure to be as high as 2.5 million, accounting for almost 2% of the Russian population. According to official statistics, around 30,000 people die in Russia every year from heroin, around 90% of it coming from Afghanistan. Last year, a total of 825 people died from drug overdoses in Moscow alone, almost twice as many as in 2008.

From Ria Novosti Rossiiskaya Gazeta

 Ufficiali della Flotta contro l’Ammiragliato. Sembra di essere tornati ai tempi delle rivoluzione del 1917. L’oggetto del contendere è il leggendario incrociatore Aurora (Avrora in russo), che con una sua salva segnò l’inizio dell’assalto al Palazzo d’inverno. Duecento ufficiali hanno persino scritto una lettera al presidente Dmitrij Medvedev per chiedere un suo intervento. L’ammiraglio Vladimir Vysotskij ha firmato l’ordine con cui si cancella l’imbarcazione dall’elenco delle unità della Flotta e la si trasforma in filiale del museo marittimo-militare di San Pietroburgo. Dal primo dicembre i marinai imbarcati, compresa la guardia d’onore, dovranno essere trasferiti e lasciare il loro posto al personale civile.

 Da anni si discute di cosa fare della mitica unità “numero 1”, parcheggiata sul fiume Nevà davanti all’Ermitage. Tante le proposte su cui l’opinione pubblica si è confrontata. L’accelerata all’ultima scelta dell’Ammiragliato è venuta dopo la scandalosa festa per Vip, a cui parteciparono numerosi membri del mondo politico, degli affari e dello spettacolo nel giugno 2009. Senza alcun permesso, come evidenziarono alcuni giornali, sull’imbarcazione venne organizzata una vera e propria baccanalide.

 Le reazioni indignate delle generazioni più anziane e dei nostalgici comunisti furono veementi e tra l’imbarazzo generale proseguirono per settimane tanto da provocare l’apertura di un fascicolo da parte della Procura. In questi giorni il deputato federale del Pc Nikolaj Kharitonov ha ricordato a tutti che gli organizzatori di quella “mega-ciucca di oligarchi e burocrati” non sono stati ancora puniti. Si teme che l’unità navale, con un nuovo status giuridico, possa essere più facilmente utilizzata dai potenti di turno per eventi mondani.

 La mitica Aurora è un vanto per l’Accademia militare “Nakhimov” di San Pietroburgo e i suoi cadetti vengono educati nell’orgoglio per un passato storico così importante. Vedere ammainare per sempre la bandiera di Sant’Andrea sarebbe per loro un colpo durissimo da digerire. “San Pietroburgo – si legge nella lettera inviata al Cremlino – deve mantenere le sue tradizioni marinare”. E l’Aurora, uno dei siti turistici più visitati in Russia, rappresenta la continuità tra il passato glorioso ed un futuro davvero incerto.

Счетная палата провела комплексный сравнительный анализ динамики социально-экономического развития РФ в рамках СНГ и пришла к выводу, что Россия уступает по средним показателям странам содружества: по продолжительности жизни и по уровню дифференциации доходов населения.

Однако РФ удается сохранить лидерство по большинству ключевых национальных показателей развития. Так, доля России в ВВП стран СНГ составляет 78-79%, в товарообороте между этими государствами – 41-43%, а в экспорте в страны Содружества – 55-57%, сообщается на сайте Счетной палаты РФ.

 На днях был так же публикован рейтинг национального благосостояния стран, который ежегодно составляет британский независимый научно-исследовательский институт Legatum совместно с Oxford Analytica и Gallup World Poll Service. Согласно выводам их экспертов, позиции самых процветающих второй год подряд не сдают страны Северной Европы. Неожиданный “прорыв” зафиксирован среди государств СНГ. Россия, хотя и немного поднялась в рейтинге, по-прежнему остается лишь в середине списка.

Стоит отметить, что на пространстве СНГ только Казахстан и Белоруссия обогнали Россию. Украина удостоилась в рейтинге лишь 69-го места (оно год назад принадлежало самой России), Узбекистан – 76-го, Молдавия – 86-го. При этом других стран, в том числе Грузии, в списке вообще не оказалось.

Страны Балтии распределились на 30-х и 40-х позициях, лидерство среди них принадлежит Эстонии (35), за ней следует Литва (42) и лишь затем Латвия (47).

 Наоборот Россия заняла 65-е место в мировом рейтинге человеческого развития, составленном ООН. Таким образом, эксперты, оценив развитие страны по таким критериям, как продолжительность жизни, уровень здравоохранения, доступ к образованию, знаниям и информации, поставили РФ между Албанией и Казахстаном, сообщает РИА “Новости” со ссылкой на 20-й ежегодный доклад Программы развития ООН.

 Основные показатели РФ в 2010 году, согласно докладу, таковы: ожидаемая продолжительность жизни при рождении – 67,2 года; средняя продолжительность получения образования – 8,8 года; ожидаемая продолжительность получения образования – 14,1 года; ВНП на душу населения (в ценах 2008 года) – 15,258 тысячи долларов. Вместе с Россией в группе стран с высоким рейтингом человеческого развития из бывших советских республик оказались Литва (44-е место), Латвия (48), Белоруссия (61), Казахстан (66), Азербайджан (67), Украина (67), Грузия (74) и Армения (76).

В число государств со средним уровнем человеческого развития вошли Туркмения (87), Молдавия (99), Узбекистан (102), Киргизия (109), Таджикистан (112).

 Quando c’è un qualche anniversario di mezzo i russi sono sempre i primi a celebrarlo. Ma per Lev Tolstoj, 100 anni dalla sua morte, non è proprio così. La Russia ufficiale se n’è quasi dimenticata o ha volutamente ignorato una data così importante.

 “Il nostro avo aveva altri valori rispetto a quelli dell’attuale governo”, Catherine Tolstoy, del ramo britannico della famiglia, tenta di trovare una spiegazione, buttandola in politica. Darle del tutto torto non è possibile. In Russia i capolavori del grande scrittore sono collegati al suo lavoro come filosofo, che propugnava principi come la non violenza, la vita semplice e l’amore fraterno, ed inculcava dubbi sul valore del patriottismo. “I problemi su cui lui scrisse – sostiene Fyokla Tolstaya, una lontana nipote, – sono il militarismo ed il pacifismo, la giustizia, la religione, il Caucaso. Nessuno di loro è stato risolto”.

 L’autore dell’enciclopedico Guerra e Pace, studiato nelle scuole russe, era una figura scomoda per i governanti del suo tempo, scomunicato nel 1901 dalla Chiesa ortodossa. E la posizione ufficiale del Patriarcato di Mosca oggi non è cambiata. “Tolstoj è un non cristiano – ha ribadito un portavoce del comitato per la cultura della Chiesa ortodossa russa -. E’ uno scomunicato, quindi, non desta per noi interesse”. La famiglia ha chiesto più volte che la questione venisse riesaminata, ma il rifiuto dei religiosi è stato categorico, poiché “non vi è stato pentimento”. In epoca sovietica i punti di vista dello scrittore contro la religione organizzata in strutture e a sostegno dei contadini venivano esaltati dal potere comunista tanto che Vladimir Lenin pubblicò un articolo intitolato “Tolstoj come specchio della Rivoluzione”.

 Se si consulta la guida dei programmi settimanali della televisione federale di speciali sull’autore di Anna Karenina non v’è traccia. Colpisce che il “buco” più clamoroso è stato dell’efficientissimo canale “Kultura”, che, qualche tempo fa, ha messo in onda un film su Tolstoj, ma non era dedicato ad uno dei maestri della letteratura mondiale bensì al 90esimo anniversario della nascita del regista Serghej Bondarciuk.

 “La gente oggi legge della robaccia – fornisce un’altra spiegazione a tanto ostracismo la critica Natascia Perova -. Certi eventi, come il centenario della sua scomparsa, non sono più feste nazionali come erano prima che fossimo isolati dal resto del mondo. La cultura è diventata troppo commerciale. Le generazioni più giovani non hanno la possibilità di confrontarsi con una seria produzione letteraria, quindi non la chiede”.

 Oggi Tolstoj è più celebrato in Occidente che in Patria. Decine sono state le manifestazioni organizzate in questi mesi, dalla Germania agli Stati Uniti. Numerose nuove traduzioni sono state pubblicate in giro per il mondo. Un film sugli ultimi giorni di vita dello scrittore ha ottenuto le nomination per il premio Oscar. Inedite biografie della moglie Sofia sono state presentate al pubblico.

 La tenuta di Jasnaja Poljana, non lontano dalla città di Tula, rimane il centro dell’attività degli studiosi di Tolstoj e della sua famiglia. Qui in estate si sono riuniti più di 350 discendenti dello scrittore i quali si incontrano, più o meno una volta ogni 4 anni, per conoscersi meglio e scambiarsi opinioni sul daffarsi.

 L’informatizzazione dei capolavori e degli studi a loro dedicati è la direzione intrapresa. I russi apprezzano il lavoro finora svolto a giudicare dai più di 3 milioni di contatti con il sito Internet dedicato a Tolstoj. A Jasnaja Poljana e a Mosca sono state organizzate varie mostre. L’affluenza è stata buona.

 Ci si consola soprattutto con il successo a San Pietroburgo presso il museo “Anna Akhmatova” della manifestazione in stile videoart Cento anni senza Tolstoj. Nelle sale si osservano il ritratto dello scrittore, rappresentazioni dei suoi ultimi giorni di vita. Su un pannello in bianco e nero vengono proiettate immagini delle guerre del XX secolo integrate con citazioni di Tolstoj come “lo scopo dei conflitti è l’omicidio”. Per le sequenze sulla Cecenia sono stati scelti brani da Sebastopoli, maggio 1855. Il più significativo è “i problemi irrisolti ancor meno si risolvono con la polvere ed il sangue”.
Giuseppe D’Amato

 

 La tanto attesa crisi diplomatica tra Russia e Giappone è alla fine scoppiata. Dopo non pochi tentennamenti e ritardi il presidente Medvedev si è recato in visita a Kunashir nelle Curili meridionali e Tokyo, come risposta, ha richiamato il proprio ambasciatore da Mosca. I prossimi colloqui tra lo stesso Medvedev ed il premier nipponico Kan non sono, però, in pericolo, hanno affermato fonti ufficiali giapponesi. Il giovane capo del Cremlino è stato il primo leader russo a decidersi a tale passo.

 Da anni sullo scoglio delle Curili, occupate dall’Armata Rossa nel 1945, si infrangono le relazioni tra i due Paesi. I giapponesi definiscono quelle terre i loro territori settentrionali. “Formalmente è vero che non è stato firmato un trattato di pace a conclusione della Seconda guerra mondiale tra Mosca e Tokyo – asserisce Anatolij Koshkin, uno dei maggiori esperti dell’argomento, – ma la Dichiarazione comune del 1956 lo sostituisce di fatto”. Allora, nel documento provvisorio vennero definiti tutti i classici punti di un trattato di pace, tranne la questione dei confini. In “segno di buon volontà” il Cremlino era disponibile a “consegnare” due isole contese (il 6% del totale), mantenendo il controllo delle altre due maggiori.

 Il ministero degli Esteri nipponico ha pubblicato un documento in cui fornisce le proprie ragioni. In particolare si dice che queste terre storicamente non appartennero mai alla Russia. I russi, però, controbattono tesi su tesi.

 L’89% dell’opinione pubblica russa è contraria a fare qualsiasi concessione ai giapponesi, poiché così verrebbero rivisti gli esiti della Seconda guerra mondiale. Tokyo non dimentica che le Curili vennero occupate dopo che il conflitto era finito ed i suoi abitanti (17mila) espulsi da Stalin. L’orgoglio nazionale ferito nipponico chiede una soluzione. I giapponesi hanno una sensibilità diversa da quella degli europei, che combatterono per secoli per definire i confini. Per loro è inconcepibile dover rinunciare a parte del territorio nazionale. Le due parti, però, non si sono mai potute accordare per numerose ragioni. La principale è di carattere militare.

 Anche nell’ultimo scontro tra Mosca e Tokyo gli Stati Uniti hanno sostenuto gli alleati giapponesi con cui il presidente Obama dovrà rivedere alcuni capitoli dei rapporti bilaterali dopo le elezioni di midterms. Washington pare voler rinsaldare le proprie relazioni con Tokyo e Seul per meglio contenere Pechino.

Giuseppe D’Amato

 Fine Parte 3/3. – serie “L’eredità della Seconda guerra mondiale”. A 65 anni dalla sua conclusione. In EuropaRussia.

 «Людям визовый режим не нужен. И стремление его убрать — самый благородный политический проект путинского правления. Ведь чем больше простых россиян общается со “старухой Европой”, тем виднее им будут определенные преимущества живой демократии. Русские дипломаты твердят, что они хоть завтра готовы визовый режим снять. Но ничего не выходит. Не выйдет и через год, и даже через три…

 Ведь для Европы этот безвизовый режим в разы менее нужен, чем для России. В прошлом году из 142 миллионов россиян 9,3 миллиона путешествовали в страны ЕС. А из 501 миллиона жителей ЕС в Россию въехали чуть более 5 млн….

 В ЕС безвизовый режим действительно означает эту свободу. Путешественник может пересечь любую границу, гостить где и у кого хочет. А Россия? Ваше государство не доверяет иностранцам. Наверное, считает, как и раньше, что любой западник в России занимается тем, чем занималась на Западе Аня Чапман со товарищи….

 И бюрократия строит барьеры, чтобы осложнить шпионам да диверсантам пребывание в России. Вы слышали о регистрации для иностранцев? Вроде бы безобидная формальность. Но на практике — великолепный способ отпугнуть чужаков: находясь в любой точке России более трех суток, гость должен найти или гостиницу, или хозяина (точнее, собственника) квартиры, который бы официально, на двух бланках, с целым букетом ксероксов и оригиналов, осведомит власти, что у него остановился нероссиянин. Да потом еще надо найти или офис иммиграционной службы или отделение почты, где это заявление примут. А если им там вдруг почерк не понравится — то все заново…»

Статья – – Штефан Шолль –  Московский Комсомолец № 25487 от 28 октября 2010 г. 

Stefan Scholl Moskovskij Komsomolets

 Впервые в крупномасштабном мероприятии участвовали одновременно специалисты Федеральной службы исполнения наказаний России, МВД Афганистана и комитета по борьбе с наркотиками США. В операции участвовали девять вертолетов коалиционных сил. Как заявил глава российского ФСКН Виктор Иванов, по афганским наркобаронам был нанесен сокрушительный удар.

 СтатьяМосковский Комсомолец № 25488 от 29 октября 2010 г. Михаил Ростовский 

Mikhail Rostovsky Moskovskij Komsomolets

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