“The Warsaw summit is of breakthrough significance. Our message to NATO from the very beginning was clear: in the face of the changing situation in the security environment in our part of the world, in Central and Eastern Europe it is necessary to strengthen the presence and potential of NATO,” President Andrzej Duda has said an interview ahead of a Warsaw summit of the military alliance. “We have said from the outset that there is a need to strengthen the Baltic states and strengthen Poland in these terms through the presence of NATO forces in nations in Central and Eastern Europe.”
Asked if four battalions of a thousand soldiers each in Poland and the Baltic countries would be enough to deter Russia, Duda said: “This is above all a clear signal what the intentions of the Alliance are. “It is above all a clear signal that the Alliance is tightly-knit, that the Alliance is effective, that the Alliance is able to make decisions and, above all, that it is cohesive, it is together, that it shows solidarity, that we are reacting to what is happening…
“One thing is the most important: that anyone who carries out an act of aggression on a country in which there are NATO troops will at the same time be carrying out an act of aggression on all countries.”
“The security situation in Europe has significantly deteriorated,” Mrs Angela Merkel told the German parliament. “Russia’s actions have deeply disturbed our eastern allies. They therefore require clear reassurance from the alliance.” NATO is expected to approve plans to send four combat battalions of around 1,000 troops to each of Poland, Lithuania, Latvia and Estonia at the Warsaw summit. “If international law and the basic principle of the inviolability of borders are put in question by word and deed, then of course trust is lost,” Mrs Merkel said.
Secretary General Jens Stoltenberg said Allied leaders will take key decisions to strengthen the Alliance’s defence and deterrence and project stability beyond NATO’s borders.
Since the Alliance’s last summit in September 2014 in Wales, NATO has implemented the biggest reinforcement of its collective defence since the Cold War. “We delivered a faster, a stronger, and a more ready Alliance”, Mr Stoltenberg told a press conference at NATO headquarters. “We now need to take the next steps. So at our Summit in Warsaw, we will agree to further enhance our military presence in the eastern part of the Alliance.”
The Secretary General said that Allied leaders will agree to deploy four robust, multinational battalions to Estonia, Latvia, Lithuania and Poland. Further efforts to strengthen the Alliance’s deterrence and defence include a tailored presence in the south-east, based on a multinational brigade in Romania and steps to improve cyber-defence, civil preparedness and the ability to defend against ballistic missile attacks.
The US wants other members in the alliance to share the burden of military spending. NATO wants its members to try to spend 2 percent of their GDP on defense. Many members will want to revise this system in Warsaw as it does not reflect the contribution of each country
Mr Stoltenberg said preparations for holding another meeting of the NATO-Russia Council shortly after the Warsaw Summit are ongoing. “We remain open to dialogue with Russia. The NATO-Russia Council has an important role to play as a forum for dialogue and information exchange, to reduce tensions and increase predictability,” Stoltenberg said.
“Servono azioni coordinate per garantire una crescita sostenibile ed equilibrata”. Questo uno dei passaggi principali contenuti nel messaggio del presidente russo, Vladimir Putin, in occasione dell’inaugurazione del ventesimo Forum economico di San Pietroburgo. Alla manifestazione partecipano oltre alcune centinaia di compagnie internazionali nonché un’autorevole rappresentanza politica, tra cui il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon.
Sul Baltico si tenta in realtà di riavvicinare i due poli continentali, le cui relazioni sono provate dalla crisi ucraina, scoppiata nell’autunno 2013, e dalle rispettive sanzioni e contro-sanzioni. Tra mille polemiche a San Pietroburgo è presente anche il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che ha in programma un incontro con il capo del Cremlino. Il suo intento è di “costruire ponti” sulle questioni economiche, ribadendo, però, l’obbligo di Mosca di applicare in pieno l’accordo di pace di Minsk-2, da lei firmato, sull’Ucraina orientale. Pesanti critiche a questo viaggio sono state espresse dai Paesi Ue centro-orientali che evidenziano come il Cremlino possa sfruttare l’occasione per aumentare le differenze, già esistenti, sul mantenimento o meno delle sanzioni da parte dei Ventotto. Nessun rappresentante degli Stati Uniti è, invece, presente a San Pietroburgo.
Juncker e Putin si conoscono da molti anni ed il loro rapporto personale potrebbe garantire nuovi insperati spiragli. Il presidente della Commissione europea ha tenuto, comunque, a precisare che “l’annessione illegale della Crimea ed il conflitto in Ucraina orientale hanno provocato il peggioramento delle relazioni bilaterali, poiché la Russia ha violato i principi fondamentali dell’ordine internazionale”. Bruxelles si attende che ora Mosca utilizzi tutto il suo “potenziale” per normalizzare la situazione.
Sulla stessa linea è l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, che ha invitato la Russia a cancellare per prima le contro-sanzioni, che riguardano essenzialmente i prodotti alimentari, in particolare carne, frutta e verdura. Questa proposta è stata fatta direttamente a Vladimir Putin nel corso di un colloquio tra i due leader.
Le sanzioni occidentali colpiscono, invece, i settori finanziari ed energetici, anche se ieri l’anglo-olandese Shell ha firmato accordi con la russa Gazprom ed un progetto di raddoppio del gasdotto Nord-Stream sotto al Baltico – con numerose aziende dell’Europa centrale rappresentate nel consorzio – sta andando in porto.
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha, però, smorzato sul nascere qualsiasi tipo di speranza per un primo passo da parte dei russi, mentre il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, è apparso più ottimista nel vedere la luce in fondo al tunnel delle sanzioni.
“Se canti e dici la verità la gente lo capisce. Grazie Europa per avermi votato”. Jamala riesce a trattenere a mala pena l’emozione dopo aver trionfato nel Festival della canzone europea a Stoccolma. La tatara, rappresentante dell’Ucraina, ha cantato della deportazione del suo popolo dalla Crimea verso l’Asia centrale nel 1944 da parte di Josif Stalin.
Splendida lei, ottima la canzone in tataro ed in inglese con una sceneggiatura mozzafiato. Appena atterrata a Kiev, la 32enne cantante si è esibita in un concerto. Dopo 12 anni la repubblica ex sovietica rivince così Eurovision. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ed il premier Groisman si sono subito congratulati con lei.
Le autorità tatare in esilio sono entusiaste: questo è un “primo passo verso la liberazione” della penisola contesa, “annessa” dalla Russia nel marzo 2014. “Sono felice che Jamala abbia vinto – afferma l’autorevole giornalista Ayder Muzhdabayev -. La sua missione era anche quella di raccontare all’Europa ed al mondo della deportazione del 1944 e della realtà di oggi in Crimea. Ci offendono, ci cacciano, ci costringono ad emigrare”.
Se gli ucraini ed i tatari di Crimea festeggiano, i russi – arrivati terzi dopo l’Australia – appaiono contrariati. “E’ stato tutto preordinato politicamente oppure il pubblico è scemo” titola il quotidiano Moskovsky Komsomolets.
I commenti sui social media sono durissimi, alcuni letteralmente furibondi: “E’ stato un teatro dell’assurdo”; “Hanno cambiato le regole” (ndr. il regolamento è nuovo per l’edizione 2016); “E’ stato tutto politicizzato”. E poi “cosa c’entra l’Australia con l’Eurovision?” Qualcuno tenta di consolarsi: “la Russia ha vinto il voto degli spettatori”, ma non quello della giuria specializzata che ha ribaltato il risultato finale. Il superfavorito della vigilia dai bookmakers, Serghej Lazarev, ha comunque fatto un figurone! Ad onor del vero, la scenografia presentata era bellissima, di un livello stratosferico.
Alcuni politici federali hanno chiesto l’annullamento del risultato di Stoccolma e di boicottare l’edizione del prossimo anno in Ucraina, Paese ospitante per la vittoria di Jamala. Secondo la deputata Elena Drapeko la Russia ha perso per “la guerra di informazione” e per la “generale demonizzazione” all’estero.
La proposta di organizzare Eurovision 2017 in Crimea, ora sotto giurisdizione russa, e non a Kiev provoca le reazioni più diverse. I nervi sono scoperti e le parole grosse, che volano, anche tra personalità di primo piano, non si contano. Jamala ha tagliato corto e in maniera diplomatica ha detto: “Non so dove si svolgerà la prossima edizione, ma sicuramente sarà in Ucraina”.
La comunità di connazionali, sorta nel XIX secolo (tra il 1830 ed il 1870) nella regione orientale della Crimea nei pressi della città di Kerch, fu deportata nel gennaio 1942. Allora si contavano 5-6 mila italiani, in maggioranza gente dedita all’agricoltura ed all’artigianato, di origine pugliese della zona di Trani e Bisceglie.
Oggi a Kerch, città famosa per lo stretto – accesso del mare di Azov dal mar Nero – abitano 500 persone, discendenti di quanti sono tornati dal Kazakhstan, dalla Russia e dall’Uzbekistan. Il presidente Putin ha inserito gli italiani di Crimea con un decreto, pubblicato il 13 settembre 2015, tra i popoli deportati da Stalin da riabilitare. In precedenza né il governo sovietico né quello ucraino avevano agito in tal senso.
I liguri, generalmente commercianti o persone di mare, abitavano nella vicina Feodosia, sempre in Crimea, oppure a Mariupol, secondo porto dell’Ucraina – ancora oggi cruciale per l’esportazione di grano e di prodotti metallurgici -, oppure ad Odessa, dove tra il XIX – ed il XX secolo era stato costituito un liceo italiano.
A Taganrog, un centinaio di chilometri ad est di Mariupol, sempre sul mare di Azov visse Giuseppe Garibaldi tra il 1831 ed il 1833. Qui l’eroe dei due mondi si avvicinò alle idee mazziniane della “Giovane Italia”, propagandate dagli esuli. Sempre a Taganrog, davanti alla passeggiata a mare, è stata eretta l’unica statua dedicata a Garibaldi in territorio ex sovietico.
In tutta questa area, dopo l’unità di Italia, vennero aperti un Regio Consolato ad Odessa e vari vice-consolati a dimostrazione dell’importate presenza di connazionali. Questo periodo si chiuse con la Rivoluzione d’ottobre ed le successive repressioni staliniane.
Giuseppe D’Amato
Testo AUDIO 1. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Testo AUDIO 2. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Testo AUDIO 3. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Testo AUDIO 4. – Luisa Perugini – SBS radio – Australia
Масштаб громыхнувшего давеча на весь мир допингового скандала, безусловно, страшнейшего за всю нашу историю, стал, насколько знаю, откровением для многих российских спортивных чиновников. А для меня — нет….
А потому, прежде чем возмущаться «их» двойными стандартами, надо понять: мы-то такие же, но чтобы диктовать свои условия, в том числе и в спорте, надо сначала стать США — или как минимум Китаем. Иначе — никак.
…Что же до наших спортивных чиновников, то им, по-моему, вся эта ситуация только на пользу пойдёт, как ни парадоксально.
Статья – Алексей Лебедев “Московский комсомолец” №26960 от 11 ноября 2015 – Aleksei Lebedev Moskovskij Komsomolets
Poland has signed a deal to build the first gas pipeline connecting the Baltic states to the EU energy market. The pipeline will integrate EU and Baltic energy markets and reduce dependence on Russian gas.
The 558 million euro ($636 million) gas pipeline will end the energy isolation of the Baltic countries by connecting the gas markets of Poland and Lithuania, the European Commission said
“Today we have done much more than bringing the energy isolation of the Baltic States to an end. We have brought the region further together,” European Commission President Jean-Claude Juncker said. “We are launching a project that will allow us to overcome historic limitations, including the direction of gas supplies from East to West,” PM Kopacz told a press conference.
The 534-kilometer (332-mile) Gas Interconnector Poland-Lithuania (GIPL) will be backed by a 305 million euro investment from the European Commission, which has set out the goal of creating an integrated European gas market and ensuring members have multiple supplies of energy. Once the GIPL is built, it will connect the Lithuanian, Estonian and Latvian gas network with the EU. The pipeline is scheduled to be completed by December 2019.
Earlier this week, PM Ewa Kopacz opened a liquefied natural gas terminal at the Baltic port of Świnoujście, northern Poland, which is yet another move expected to improve the energy independence of the country. The first shipment of LNG is expected to arrive from Qatar in December
The crash of flight MH17 on 17 July 2014 was caused by the detonation of a 9N314M-type warhead launched from the eastern part of Ukraine using a Buk missile system. So says the investigation report published by the Dutch Safety Board today. Moreover, it is clear that Ukraine already had sufficient reason to close the airspace over the eastern part of Ukraine as a precaution before 17 July 2014. None of the parties involved recognised the risk posed to overflying civil aircraft by the armed conflict in the eastern part of Ukraine.
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В Донецке спокойно и тихо. Со времени последних перестрелок прошло больше четырех суток и были они больше на лентах новостей…
«У нас все спокойно и по плану – сообщил МК источник в правительстве самопровозглашенной ДНР – отвод вооружений ниже 100 мм должен начаться с севера, со стороны Луганска. После 18 октября дойдет очередь и до нас. На весь процесс отмерено 41 день. Мы свою часть выполним!»…
В этом есть какой-то парадокс. На фоне споров вокруг проведения (отмены) выборов 18 октября и жестких заявлений официального Киева о том, что голосования в нарушение Минска-2 быть не должно и ему будут мешать всеми доступными способами, на военном фронте тишь…
Пока обе стороны готовятся к отводу вооружений. Проще было бы сказать к «отводу танков», поскольку главной «разрешенной» силой с обеих сторон в последнее время были танковые орудия и гораздо более скромные батареи 85 мм. минометов…
Правда и тут были свои хитрости…
Теперь все «заготовки» уйдут в тыл. Серьезность последних договоренностей подтверждается целым рядом примет. Во-первых, везде говорят о строгости приказов о прекращении огня. Во-вторых, резко активизировалась миссия ОБСЕ, которая вчера вдруг обнаружила скопление танков армии ДНР под Мариуполем. Такой принципиальности наблюдатели давно не проявляли…
А пока слухи о том, что нынешнее перемирие может стать «тем самым», последним перед миром распространяются все шире, в Донецк возвращаются люди. В городе все больше машин премиум-сегмента. Рассказывают о личном возвращении крупных бизнесменов, имеющих отношение к строительству и металлургии. Поговаривают о возможном приезде в декабре Рината Ахметова.
И все ждут 18 октября. В этой дате сошлось все – и выборы и отвод артиллерии, как еще один внятный маркер возможного наступления мира.
Статья – Дмитрий Дурнев Московский Kомсомолец №26930 от 6 октября 2015 – Dmitry Durnev Moskovskij Komsomolets.
Vladimir Putin ha fatto bene i conti nel gettarsi nel ginepraio mediorientale? Gli aspetti da considerare nell’intervento in corso sono i più disparati: da quello economico a quello della sicurezza interna; da quello militare a quello politico-religioso.
L’economia russa si trova oggi a convivere con una crisi strutturale e con il fallimento del modello di sviluppo. La pioggia di proventi a catinelle, generati dalla vendita delle materie prime, si sta estinguendo facendo emergere scogli inaggirabili da due decenni.
I forzieri sono ancora pieni di dollari, ma questi potrebbero finire presto senza un allentamento delle sanzioni occidentali. Il tempo delle decisioni impopolari si avvicina, quindi. Ecco perché non è chiaro dove Putin troverà i soldi per la nuova guerra.
Colpire gli estremisti fuori dai confini patri significa inoltre tornare ad essere un bersaglio dell’“internazionale del terrore” come negli anni Novanta, quando gli attentati erano continui. I servizi di sicurezza hanno preparato filtri, collaudati in Caucaso, ma il sangue potrebbe scorrere ugualmente. La popolazione è disposta a ripiombare nella paura provata a lungo più di un quindicennio fa?
Come dimostrato in passato, i raid aerei sono poco effettivi senza un’azione terreste coordinata. La portata dell’operazione russa è per ragioni logistiche limitata. Cosa pensa di fare allora Putin di diverso dagli altri? Una fotografia a Palmira liberata dagli incivili che distruggono uno dei patrimoni dell’umanità? Per queste ragioni l’attuale operazione federale in Siria appare finora più che altro mediatica e con scopi diversi da quelli mediorientali.
Occupare mezza Ucraina fino a Kiev o abbattere lo Stato islamico, impiegando 50-100mila suoi uomini, è per Mosca possibile. Il problema semmai, come ha provato la tragedia afghana, è gestire un impossibile dopoguerra. Una tale azione, indubbiamente, servirebbe a levare pressione estremista dai confini meridionali dell’ex Urss.
Mosca si schiera ora apertamente con gli sciti (iraniani, alawiti, hezbollah, tagichi) contro gli interessi sunniti (sauditi in primis, in parte occidentali) in una regione in cui tutti combattono contro tutti, cambiando spesso bandiera, senza una logica di lungo respiro. L’unica sorpresa potrebbe essere rappresentata da un’azione terreste contemporanea vincente di tutte le forze scite locali, sostenute da Mosca. Allora la figuraccia occidentale sarebbe sì di proporzioni galattiche.
Per adesso, quello siriano sembra l’ennesimo abituale rilancio di Putin. Il problema è che, prima o poi, bisogna mostrare le carte che si hanno in mano.
gda
A long waited summit for peace in eastern Ukraine ended with a call for the delay of contentious rebel plans to hold local elections this month and for both sides to begin a promised withdrawal of smaller-caliber weapons.
Russian President Vladimir Putin met Ukrainian President Petro Poroshenko, French President Francois Hollande and German Chancellor Angela Merkel in Paris. The summit was the first since the leaders worked out a peace deal in Minsk in February.
“We don’t want elections to get held in eastern Ukrainian territories under conditions that would not respect Minsk,” Hollande said. The Minsk deal includes a year-end deadline for Kyiv to recover full control over its border with Russia.
The Ukrainian pullback will take 41 days. “The war will be over when the last piece of the Ukrainian land has been liberated,” Poroshenko said.
Merkel, who described a “positive mood” at the Paris meeting, said after the talks that Putin had “committed to working towards…establishing the conditions that would allow elections to take place according to Minsk, based on Ukrainian law, in a coordinated fashion between the separatists in Donetsk and Luhansk and the Ukrainian government.”
But the separatists’ representatives in Donetsk and Luhansk have previously announced they would conduct elections on their own terms on October 18 and November 1, respectively, without the involvement of the Ukrainian government.
The regular regional elections in the rest of the country are scheduled for October 25.
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.