Бакиев как политический лидер уже никому не интересен: ни России, ни США, ни киргизской нации. И по большому счету не важно, будет он добровольно слагать с себя полномочия, или – нет. В Киргизии нет традиции мирной передачи власти оппонентам.
MK – Михаил Ростовский
статья – 8.04.2010
E’ stato un bagno di sangue. Morti e feriti ovunque in Kirghisia. Assalti ai palazzi governativi, saccheggi, sparatorie nelle piazze. La rivolta è iniziata a Talas il 6 aprile, per poi spostarsi il giorno dopo nella capitale Bishkek. Prima di passare alle vie di fatto la folla protestava per l’aumento del prezzo della benzina, per le difficili condizioni economiche in cui versa l’ex repubblica sovietica, per la corruzione e per il nepotismo del potere.
Il presidente Bakiev, costretto alla fuga dalla capitale, è accusato di non aver mantenuto le promesse della cosiddetta “rivoluzione” (pro-occidentale) “dei tulipani” del 2005, quando, in una situazione simile a questa, venne rovesciato l’allora presidente Akaiev. L’opposizione ha creato un governo di “fiducia nazionale” con alla testa Rosa Otunbaieva, leader del partito social-democratico.
“Bakiev è vittima dei suoi stessi modi”, ha detto il premier russo Putin, ricordando quanto avvenuto 5 anni fa. Mosca ribadisce che i moti kirghisi sono “una questione interna”.
La remota Kirghisia, estesa quanto l’Islanda con 5,3 milioni di abitanti incastonata tra il Kazakhstan e la Cina, è una pedina strategica fondamentale nello scacchiere internazionale. Dal 2001 Washington dispone della base aerea di Manas, indispensabile per dare aiuto logistico alle truppe Nato in Afghanistan, distante solo 500 chilometri. Da qui – e i russi lo ricordano spesso -, con un potente radar, si controlla lo spazio aereo della Cina settentrionale. Nel recente passato Bakiev ha prima litigato con gli Usa chiedendo la chiusura di Manas, ma poi ha finito per ottenere, nel giugno scorso, un consistente aumento dell’affitto. Contemporaneamente ha consentito a Mosca l’apertura di una seconda base dopo quella di Kant, che dista solo 50 chilometri da quella americana.
Nei giorni passati il segretario dell’Onu Ban-Ki-Moon, in visita nel Paese asiatico, aveva criticato il potere per la crescente stretta sui mass media e per gli arresti fra i leader dell’opposizione.
Vedi anche Golpe, rivoluzione o semplice sommossa, EuropaRussia.
Has the time come to recognize all the sins and help knowing the painful truth at the end? Is it also the moment to forgive and turn the page?
Russians and Poles commemorate the massacre of Katyn together for the first time. It’s probably the needed symbolic act to start new relationships. Willy Brandt, Chancellor of the Federal Republic of Germany, knelt before the Warsaw Ghetto Memorial in December 1970. In 1984 the French president François Mitterrand and the German Helmut Kohl stood hand-in-hand as they paid tribute to the soldiers from the two countries who died in combat during the First World War.
For seventy years, Katyn tragedy has provided Soviet and Russian governments with a political and diplomatic headache. It is the heart of the dispute between Moscow and Warsaw that has even undermined EU-Russian relationships with unthinkable consequences in the recent past, after May 2004.
Until the late 1980s, the official version was that German troops had killed about 22,000 Poles in 1941, in the wake of the German attack on the Soviet Union. But the Germans uncovered the mass graves at Katyn in 1943 and shifted the blame towards the Soviets.
The truth emerged almost half a century later. The then Russian president Boris Yeltsin opened the archives in 1992 and released documents carrying the signature of the Soviet dictator Joseph Stalin. It was the first piece of irrefutable proof that Soviet death squads, not German soldiers, were the perpetrators.
“I did it right away,” said Yeltsin. “Every secretary-general of the Communist Party handed these documents to his successor, who put them in his personal safe and kept silent.” Yeltsin offered his apologies to Poland, according to witnesses, with tears in his eyes.
Now Poland demands the opening of archives related to an investigation, carried out between 1990 and 2004, of the massacre, as well as an official rehabilitation of the victims.
Arguments between Russia and the West about who was responsible with Adolf Hitler for the start of World War II cast a shadow over last year’s 70th anniversary commemorations in Gdansk and still irk relations. The Kremlin has resisted attempts to challenge the Soviet role in World War II, in which 27 million Soviet citizens died, according to official figures. Prime Minister Putin underlined that he is aware of how important the issue is for Poles when he invited his colleague Donald Tusk.
Katyn massacre is only a drop in the ocean of blood caused by Stalinism. According to the latest research, other 100,000 Poles living in the Soviet territory died in gulags. But millions of people, above all Russian citizens, lost their lives in the 1930s and in the 1940s. These elements give some explanation of Moscow’s attitude towards its history.
In the current attempt of reconciliation the two Slavic countries requested the Catholic and Orthodox Churches for help. It was the same solution used in 1965, when Polish bishops wrote an historic letter to German hierarchs furthering the process of pacification between both nations.
It is also important that the Federal channel “Kultura” transmitted the documentary film “Katyn” by the Polish director Andrzej Wajda. For the first time since the invention of television Russian audience could see their people not behaving as heroes or becoming victims of the evil but acting as criminals. Last Friday’s show must not be forgotten when experts will discuss about censorship.
Giuseppe D’Amato
See also Danzica – 70 anni dopo, EuropaRussia. Andrzej Wajda. Katyn. The defeat of the silence, EuropaRussia.
Russian archivists have said that Swedish diplomat Raoul Wallenberg may have still been alive after July 17, 1947, Swedish news magazine Fokus reported.
The orginal article in Swedish »Raoul Wallenberg var Fånge nr 7«. In English article The Jerusalem Post.
Средний размер взятки в России в 2009 году вырос более чем в два раза и превысил 23 тысячи рублей. В 2008 средняя взятка тянула всего на 9 тысяч. Всего же в России выявлено почти 44 тысячи преступлений в коррупционной сфере, совершенных против государственной власти, интересов государственной службы и службы в органах местного самоуправления.
Премьеру фильма Анджея Вайды “Катынь” на конец-то показывают по российскому телеведению на канале “Культура”
Check also: Interview with Andrzej Wajda. Katyn. The defeat of the silence, EuropaRussia.
Una delle due kamikaze della linea rossa della metropolitana di Mosca era una ragazza di 17 anni, Jennet Abdurakhmanova, vedova di un cosiddetto “signore” della guerra daghestano, ucciso dalle forze federali il 31 dicembre 2009. Con lei la suicida aveva una lettera d’amore, scritta su carta araba (difficilissima da trovare in Caucaso), che terminava con la frase “ci incontreremo in Paradiso”. Questi i primi elementi in mano agli specialisti dell’anti-terrorismo, pubblicati dalla stampa russa. Come raccontano gli studiosi, i Signori della guerra hanno in genere dalle 10 alle 12 mogli.
Le “vedove nere” sono uno dei peggiori prodotti del terrorismo in Caucaso. Mai nella storia e nelle rigide tradizioni di queste regioni uomini e donne sono state così uguali. Una vera rivoluzione importata dall’estero!
E’ negli anni Novanta che i cosiddetti “salafiti” di origine araba hanno iniziato a fare proseliti, sfruttando anche la grande disponibilità di fondi e l’endemica crisi economica in Caucaso. L’islamismo secolare, tipico di queste latitudini, è stato così sconvolto da una cieca ondata di fondamentalismo.
La società cecena, divisa in clan, è profondamente maschilista. La donna ha una posizione subalterna. Vive una vita tutta sua, appartata ad educare i figli piccoli.
Ma in Caucaso nelle nuove generazioni, abituate a quasi due decenni di guerra, molto è cambiato. Questa gente è abituata a combattere e a morire e non fa riferimento agli anziani come avveniva prima. I giovani hanno preso tanto potere, un fatto contrario alle tradizioni. Adepti caucasici sono stati poi inviati ad istruirsi ai dettami religiosi all’estero: Emirati arabi, Arabia Saudita, Pakistan e Turchia.
Con la vittoria dei federali nella guerra in Cecenia gli estremisti locali e quelli stranieri si sono spostati nelle repubbliche limitrofe, portando con sé la “jihad”, che mira alla costituzione di un “emirato del Caucaso”. Non si è più di fronte ad una guerra di liberazione contro i russi, ma alla lotta santa. La discriminante non è più la nazionalità, ma la religione. Anche un russo convertito all’Islam può essere parte della causa comune. Non a caso per gli attentati della metropolitana di Mosca sono ricercate persone con la fisionomia slava.
I collegamenti con le centrali internazionali del terrore, in primis Al Qaeda, sono denunciati dai russi e confermati da fonti americane. Ecco perché il tandem Medvedev-Putin ha una brutta gatta da pelare.
Vedi anche Mosca: bagno di sangue nel metrò, EuropaRussia; Russia: i falchi come risposta al terrorismo? EuropaRussia; Cecenia: vince la pax russa. Primavera 2009, EuropaRussia.
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.