«В городе Саратове и его окрестностях тысячи местных жителей дружными рядами вступили в Общероссийский народный фронт в мае 2011 года… Народному фронту не стукнуло еще и недели от роду, как директора предприятий Саратовской области приняли решение: “Все — на Фронт!”. Порешили и за себя, и за того парня. Так, с легкой руки руководящего звена, к ОНФ присоединились и стар и млад. Но куда и зачем они вступили — большинство новобранцев до сих пор не поняли… Директор школы: “Несогласные — это неработающие, ленивые люди…”… Баба Валя: “Про Фронт слышала. Меня тоже переписали. Я в свое время воевала, опять, что ли, собираться надо?”… Телятница из сельхозартели “Содомская”: “Мы всей семьей записались на Фронт, но что это такое — я не поняла”…. Работники кладбища: “Мы теперь в Народном фронте? Первый раз слышим.”… Сотрудники Нееловского лесхоза не попали на Фронт — не прошли фейс-контроль….».
Статья – Ирина Боброва – Московский Комсомолец № 25693 от 15 июля 2011 г. Irina Bobrova Moskovskij Komsomolets
Architetti e designers in grande spolvero a Mosca. Uno dei suggestivi reparti della mitica fabbrica di cioccolato “Ottobre Rosso”, trasformata in centro studi d’arte contemporanea, è occupata dalla mostra “Architettura integrata. Design e business: un’alleanza strategica per la qualità”.
“E’ evidente – dice Francesco Orofino, consigliere dell’Unione architetti di Roma, – ai moscoviti sembra che i problemi più irrisolvibili nel campo del trasporto si trovino a Mosca, ma a Roma non è da meno il nodo delle infrastrutture e dell’alto affollamento del centro storico. Per questo abbiamo deciso di presentare qui alcuni dei progetti degli architetti Bruno Zevi e Lucio Passarelli, che hanno proposto a fine anni Sessanta di portare parte delle funzioni cittadine oltre i confini di Roma e di collegare le nuove periferie con il centro con strade moderne”. La mostra di materiali di archivio per la creazione della zona nord della “città eterna” è stata presentata l’anno scorso alla Biennale dell’Architettura di Venezia ed ora riproposta qui all’“Ottobre Rosso”.
Affianco, nello stesso reparto si può ammirare una seconda esibizione di manifesti dal titolo “cultura e società”. “Ho scelto – afferma Cristina Chiappini, vice presidente dell’Associazione dei grafici pubblicitari italiani, – i poster seguendo una ben determinata linea, ossia privilegiando quelli di autori che in maniera abbastanza critica guardano ai modi contemporanei di rappresentare esclusivi membri della società, bambini, donne, la violenza”. E c’è davvero di tutto. Una posizione di riguardo in questa esibizione è riservata all’esperienza del centro ricerca per la comunicazione “Fabrica” di Treviso. La scuola di Olivero Toscani è per tutti un punto di riferimento.
Clima cordiale e discussioni fiume per rinforzare la collaborazione russo-elvetica. Mosca chiede aiuto alla Confederazione per ammodernare il Paese soprattutto nei cosiddetti settori dell’“innovazione” (IT, energia, biomedicina, spazio, nucleare) e non manca di sottolineare il buon livello di interscambio fin qui raggiunto. Nel 2010 si è registrato un incremento del 36,5% rispetto all’anno precedente. E nel primo quadrimestre del 2011 la Svizzera è il Paese leader per gli investimenti stranieri in Russia.
Berna vorrebbe un accordo tra l’Efta (l’Associazione europea di libero scambio) e la Russia, prima che Mosca aderisca al Wto, l’Organizzazione per il commercio mondiale, ma questa non è una pre-condizione, hanno affermato alti esponenti del Consiglio Federale.
E’ dal 1994 che il Cremlino tratta l’adesione al Wto, ma ostacoli dell’ultimo momento impediscono il passo decisivo. Il presidente Medvedev ha posto come obiettivo la fine del 2011 come limite ultimo per risolvere qualsiasi difficoltà negoziale. La Georgia, Paese rappresentato dalla Svizzera in Russia dopo la guerra in Ossezia meridionale nell’estate 2008, non ne vuole sapere di dare luce verde alla candidatura di Mosca al Wto. I russi potrebbero spingere per un intervento di Berna su Tbilisi.
“Il problema della corruzione in Russia – ha chiarito negli incontri di questi giorni il consigliere federale Schneider-Ammann – è un argomento centrale ed è la prima condizione per un accordo con l’Efta”. E diversamente non potrebbe essere visto che la Russia occupa il 154esimo posto su 178 nella classifica mondiale di Transparency International.
Sul summit russo-svizzero troneggia la parola “Skolkovo”, il mega-progetto di una “Silicon Valley” alle porte di Mosca con investimenti miliardari da ogni parte del mondo. Viktor Vekselberg, imprenditore assai conosciuto anche nella Confederazione, coordina la sua realizzazione e pare avere un occhio di riguardo per le imprese elvetiche. Almeno questo traspare dai sorrisi sornioni svizzeri.
Nb. Efta – Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda.
«Официальная дата кончины СССР — декабрь 1991 года. Но в некотором смысле Советский Союз все еще распадается. Стратегическое влияние сразу не исчезает. Оно выдавливается капля за каплей…Лидеры России, естественно, стараются остановить этот процесс. Но это все равно что пытаться повернуть время вспять. Большая игра была проиграна уже давно. И в последние двадцать лет мы имеем дело лишь с закономерными последствиями уже произошедших событий…
Патриоты-державники могут в это не поверить. Но ослабление России не является главной целью западного плана по созданию глобальной ПРО. На публике американские и европейские ястребы любят раздувать страшилки о страшной злокозненности и скрытых возможностях страны Путина. Но наедине с самим собой даже самый ярый путиноненавистник признает: современная Россия не является реальной угрозой Западу. Даже если вывести за скобки отсутствие желания, у нас для этого нет возможностей. Зачем же тогда янки и их союзникам по НАТО глобальная ПРО? Это в нынешней России принято относиться со скепсисом к любым многолетним планам. Западные стратеги просчитывают угрозы своей безопасности на годы и десятилетия вперед…
Страх — чуть не самый главный мотиватор человеческого поведения. Поэтому сомнений в необходимости создания глобальной ПРО в Америке по большому счету нет ни у республиканцев, ни у демократов. Как с горечью поняли российские лидеры, ястреб Буш и голубь Обама в этом вопросе различаются лишь в нюансах».
Статья Михаил Ростовский Московский Комсомолец № 25684 от 5 июля 2011 г. Mikhail Rostovsky Moskovskij Komsomolets
«Организаторы акций “Революции через социальные сети” заявляют, что акции будут проводиться в любых условиях и объявляют бойкот банковской системе Беларуси. Они также требуют от Лукашенко прекратить задержания мирных участников протеста.
Об этом говорится в открытом письме на имя Александра Лукашенко.
“Уже несколько недель подряд повторяется одно и то же: лица, наделенные непонятными полномочиями, без предъявления документов, в нарушение Конституции и других законов Республики Беларусь, подписанных вами, избивают мирных граждан, спокойно гуляющих по улицам своих городов”, – отмечается в письме».
Статья – БГД –
Primo luglio 2011. La Polonia è in festa. Il Paese dalla “tanta storia e poca geografia” ha assunto per la prima volta la presidenza dell’Unione Europea, completando quel durissimo percorso iniziato subito dopo l’uscita dalla sfera di influenza sovietica alla fine della Guerra Fredda.
La Polonia è oggi un esempio di democrazia normale e moderna con un’economia solida e dinamica. Ma non sono state tutte rose e fiori per ottenere questo risultato. Il referendum di adesione all’Ue, con la discesa in campo persino di Papa Wojtyla, fu vinto a fatica nel giugno 2003. Quanta la paura dell’ennesimo scherzo della storia! Ricordiamo ancora le lacrime della gente, quando, nella notte del primo maggio 2004, la bandiera europea salì nel cielo di Varsavia a piazza Pilsudski, mentre il mattino successivo il centro cittadino fu paralizzato dalla protesta di migliaia di euroscettici. Le successive elezioni dell’autunno 2005 furono vinte dai gemelli Kaczynski alla testa di un partito che radunava scontenti ed ultra-conservatori.
I pesanti costi sociali per l’adesione all’Ue sono stati mitigati dai fondi strutturali (67 miliardi dal 2007 al 2013), giusta compensazione dell’Occidente per aver abbandonato la Polonia per quattro decenni nelle mani dei sovietici. Il boom economico, aiutato dai forti investimenti stranieri – soprattutto d’oltreoceano -, ha fatto il resto. Le città si sono arricchite tanto che si fa fatica a riconoscerle rispetto a come erano all’inizio del secolo. Finalmente i polacchi sono diventati fiduciosi nell’Unione. In un sondaggio gli euroentusiasti sono vicini all’80%.
Nella sua qualità di presidente dell’Ue la Polonia gestirà la complessa trattativa per la definizione del budget continentale 2014-2021. La Commissione europea le ha già garantito ben 80 miliardi di euro di nuovi fondi strutturali sui 972,2 del bilancio totale continentale. Varsavia intende aprire la strada all’Associazione all’Ue dell’Ucraina, Paese vicino col quale ospiterà la tanto attesa vetrina degli Europei di calcio nel prossimo giugno 2012, concludere i negoziati con la Croazia e migliorare ulteriormente i rapporti con la Russia.
In Europa ci sono anche esempi positivi non solo la Grecia o i PIGS o l’Italia che balbetta da un decennio. L’economia di Varsavia viaggia a tassi di espansione “alla tedesca”. Ecco perché la Polonia di Donald Tusk si candida a diventare una “Spagna”, ma dalle fondamenta salde, di questo decennio.
Giuseppe D’Amato
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.