Gli Europei di calcio in Ucraina sono in pericolo dopo gli attentati di Dnipropetrovsk e l’“affaire” Timoshenko. La Germania ha scelto una pausa di riflessione prima di decidere il daffarsi. Ma è tutta l’Unione europea che guarda preoccupata agli eventi in corso nell’ex repubblica sovietica.
Venerdì 27 aprile ben quattro ordigni hanno seminato il panico a Dnipropetrovsk, provocando il ferimento di 29 persone. L’interrogativo che si pongono un po’ tutti è che cosa ci sia dietro quelle bombe: se questa sia l’inizio della strategia della tensione oppure il folle gesto di un delinquente isolato.
La polizia pare brancolare nel buio nonostante la pubblicazione di alcune foto-identikit dei possibili attentatori. I migliori investigatori ucraini studiano ogni particolare in quella che il presidente Viktor Janukovich ha definito “una sfida per l’intero Paese”.
Dnipropetrovsk non è un luogo qualsiasi. 1,1 milioni di abitanti, distesa sul fiume Dniepr, la città – che ha dato i natali ad importanti politici ucraini tra cui l’ex presidente Kuchma e visto in precedenza sorgere la stella di Leonid Breznev in tempi sovietici – è oggi un feudo dell’ex premier Julija Timoshenko, la pasionaria della rivoluzione arancione del 2004, attualmente detenuta in galera dopo una controversa condanna a sette anni per abuso di potere e malversazione.
Subito dopo gli attentati i deputati fedelissimi della Timoshenko, arcinemici del presidente, sono arrivati ad accusare, senza mezzi termini, il presidente ucraino di nascondersi dietro all’azione terroristica. Secondo loro il vero obiettivo di Janukovich sarebbe quello di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalla crisi economica e dalle persecuzioni politiche.
Da giorni circolano le foto della Timoshenko piena di lividi. In precedenza, il neo presidente tedesco Gauck aveva cancellato una visita ufficiale a Jalta dopo che Kiev aveva negato il permesso per far curare l’ex premier all’estero. In questo clima esplosivo la giustizia ucraina ha deciso di rimandare un ulteriore processo contro la Timoshenko per reati fiscali.
Secondo fonti autorevoli la cancelliera tedesca Angela Merkel potrebbe adesso scegliere la strada del boicottaggio di Euro 2012 se Julija Timoshenko non dovesse essere liberata al più presto. Il presidente del Bayern, Uli Hoeness, ha scritto una lettera al capo dell’Uefa, Michel Platini, chiedendo un suo intervento presso Janukovich.
Alcune settimane fa Bruxelles ha congelato la firma del tanto atteso Patto di Associazione tra Ue ed Ucraina fino a che l’“affaire” Timoshenko non venga chiarito. L’ex premier è stata condannata in dicembre per aver favorito nel 2009 la firma di un accordo per la fornitura di gas dalla Russia e per aver provocato forti perdite alle casse dello Stato.
Secondo numerosi analisti sullo sfondo di questo scontro Janukovich – Timoshenko c’è la vendetta promessa degli oligarchi ucraini contro l’ex premier, che in tante occasioni li ha contrastati, facendo loro perdere importanti affari. Berlino e Bruxelles si sono, però, stancati di questa guerra senza fine. E’ arrivato ora il tempo delle decisioni sofferte.
Giuseppe D’Amato
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