Una “passeggiata” finita male, come del resto era nell’attesa della vigilia. L’azione “Riprendiamoci il diritto di scegliere”, organizzata dalle composite opposizioni, è stata bloccata sul nascere dalle unità speciali anti-sommossa, presenti in forze nel centro della capitale federale. La manifestazione non era stata concordata ed autorizzata, come lo stesso era avvenuto sabato 27 luglio, quando su circa 15mila partecipanti oltre 1500 persone erano state fermate e portate per l’identificazione alle stazioni di polizia.
Prima ancora che iniziasse la “passeggiata” lungo il cosiddetto “anello dei giardini”, è stata detenuta Ljubov Sobol, l’ultimo capo della protesta a piede libero. Gli altri sono al fresco. Il taxi su cui la donna viaggiava è stato intercettato da una pattuglia della polizia.
Avvocato, nota blogger, candidata non registrata alle elezioni municipali dell’8 settembre, la Sobol è in sciopero della fame dal 12 luglio. “Le autorità – aveva lei detto in un’intervista prima del fermo – stanno facendo di tutto per intimidire l’opposizione. Ecco perché oggi è importante mostrare che i moscoviti non sono impauriti dalle provocazioni e sono pronti a continuare a difendere i loro diritti”.
Il nocciolo del contendere è che 17 candidati, tutti appartenenti alle opposizioni, non sono stati registrati dalla Commissione elettorale che ha giustificato la propria decisione con le “irregolarità” registrate. Da quel momento sono iniziate le proteste, che ogni sabato portano per strada migliaia di persone, principalmente giovani tra i 25 e i 30 anni.
Gda
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