“We have managed to win time and slow down an explosive spread of the disease in the previous weeks, and we need to use that time reserve to the full,” Vladimir Putin said.
The Russian president has declared that only people employed by essential sectors should work, leaving it to regional authorities to spell out the details. Moscow Mayor Sergei Sobyanin followed up by ordering Muscovites to stay home.
Russia took early steps to counter the outbreak, closing the borders with China and then barring access to Chinese citizens in February, when China was still the world’s hottest coronavirus spot.
Source: AP
Писатель и политик Эдуард Лимонов скончался на 78-м году жизни из-за осложнений после операции.
Эдуард Лимонов (настоящая фамилия – Савенко) родился в 1943 году в Харькове. Стихи он начал писать в 15 лет, однако первый роман – “Это я, Эдичка” – опубликовал только в 1976 году и уже в США, куда эмигрировал в 1974 году – как он сам объяснял, из-за давления КГБ.
В США писатель вступил в социалистическую партию и критиковал местные власти. В 1980 году он переехал во Францию, где поддерживал коммунистическую партию, а в 1987 году получил французское гражданство. В те годы он опубликовал еще семь повестей и романов, а также несколько сборников рассказов.
После распада СССР он вернулся в Россию и восстановил российское гражданство. Тогда же в России впервые начали издаваться его художественные произведения.
В 1993 году Лимонов основал Национал-большевистскую партию, которую впоследствии российский суд признал экстремистской организацией и запретил. В 2010 году на ее основе была создана новая оппозиционная партия под названием “Другая Россия“.
Лимонов был одним из
создателей “Стратегии-31” –
регулярной акции, которая проводилась по 31-м числам месяцев. Ее участники
выступали в поддержку 31-й статьи Конституции России, которая гарантирует
гражданам свободу собраний.
Автор ряда книг, самыми известными
из которых считаются «Это я —
Эдичка», «Палач», «Иностранец в смутное время».
Лимонов заключил договор на новую
книгу несколько дней перед смерти. Книга называется «Старик путешествует». Она уже написана. Права куплены издательством
Individuum.
Источник: BBC
Il dado è tratto! Vladimir Putin potrà ricandidarsi ancora per due mandati presidenziali dopo il 2024. Questo è il risultato della discussione alla Duma e la successiva approvazione in seconda lettura dei cambiamenti alla Costituzione, che verrà portata al referendum.
“Vediamo come il mondo cambia – ad un certo
punto ha preso la parola inaspettatamente Valentina
Tereshkova, prima donna cosmonauta e fedelissima del presidente -. Ovunque
tutti i discorsi riguardano Vladimir Putin. La gente è preoccupata di cosa
possa accadere dopo il 2024. Dobbiamo cancellare le limitazioni ai mandati
presidenziali e concedere la possibilità all’attuale capo di Stato di
candidarsi con una nuova Costituzione. Questo sarebbe un fattore di
stabilizzazione per la nostra società”.
A questo punto lo speaker della Duma, Vjaceslav Volodin, ha proposto un’ora e
mezza di intervallo per consultazioni con il Cremlino e verificare se tale
emendamento potesse essere accettato.
Alle 15,15 è arrivato in Parlamento Vladimir Putin in
persona. “Non c’è voglia di tornare ai tempi dell’Unione Sovietica”, ha
risposto ai deputati il capo del Cremlino in merito alla cancellazione dei due
mandati presidenziali dalla Costituzione, aggiungendo che nel lungo periodo il
Paese “ha bisogno della garanzia che le persone
al potere possano essere cambiate
regolarmente” e che “una forte Presidenza è assolutamente essenziale”.
Ma il “reset” dei mandati (ossia azzeramento) con una nuova Legge
fondamentale – ha proseguito Vladimir Putin – “sarebbe possibile se la Corte Costituzionale confermerà
ufficialmente che tale emendamento non violi le leggi”.
Subito dopo il capo del Cremlino ha lasciato l’aula, dove è stata messa in votazione la proposta della Tereshkova: 380 i voti favorevoli, 43 contro (i comunisti), un astenuto.
Le reazioni delle opposizioni riformiste-liberali – non rappresentate alla Duma – sono state assai dure.
Gda
Denis Shmygal è il nuovo primo ministro ucraino. La Rada, il Parlamento nazionale riunitosi in sessione straordinaria, gli ha concesso la fiducia con un’ampia maggioranza. 291 sono stati i voti a favore. Da tempo il presidente Vladimir Zelensky era insoddisfatto dell’Esecutivo, nato dopo la vittoria alle legislative nel luglio passato dei suoi fedelissimi, ed ha deciso un inatteso rimpasto.
A metà gennaio il leader ucraino aveva rigettato le dimissioni dell’ora ex premier, il 35enne Aleksej Goncharuk, dopo che alcune sue dichiarazioni polemiche contro l’operato di alti funzionari dello Stato erano giunte con un audio rubato alla stampa. “Credo fermamente – ha sintetizzato Vladimir Zelensky all’apertura della crisi – che il precedente Esecutivo abbia fatto tutto il possibile, ma oggi gli ucraini hanno bisogno di un governo che sappia fare l’impossibile”. Martedì sera, a porte chiuse, il presidente aveva chiesto al quasi sconosciuto vicepremier Shmygal ed ad alcuni nuovi ministri di formare il nuovo governo senza perdere tempo.
L’Ucraina è in ritardo sul programma delle riforme, soprattutto del settore bancario. Uno dei finanziatori di Zelensky, l’oligarca Igor Kolomoisky, ha impugnato in tribunale la nazionalizzazione (avvenuta nel 2016) di uno dei maggiori istituti del Paese – la PrivatBank – e nega di essere responsabile del buco di 5,5 miliardi di dollari, causa dell’intervento dello Stato.
L’economista 44enne, Denis Shmygal, è originario di Leopoli, dove ha fatto esperienza nell’amministrazione regionale. Nel 2018 ha lavorato per un’azienda energetica dell’oligarca Akhmetov. Shmygal è favorevole alla privatizzazione della terra, alla decentralizzazione, alla riforma fiscale, alla lotta senza quartiere alla corruzione, alla digitalizzazione dello Stato.
Gda
We are a group of long experienced European journalists and intellectuals interested in international politics and culture. We would like to exchange our opinion on new Europe and Russia.